«Curva dopo curva a cercare il limite. Poche volte un pilota prova la sensazione del giro perfetto, basta un niente per finire sull’erba e rovinare tutto. Ma stavolta è stato emozionante».
Così parla Fernando
Alonso dopo le prove a
Barcellona. Lo spagnolo sa che questo
quarto posto in qualifica vale una pole: migliore prestazione dell’anno su una pista che sulla carta - e nella realtà - è penalizzante per la
Ferrari. Stefano
Domenicali, incontrando Fernando nel motorhome, lo ha applaudito a scena aperta.
La
Ferrari aveva cercato di trovare
aderenza aerodinamica spingendosi fino a un’intepretazione fantasiosa (e forse un po’ provocatoria) dei “
Gurney flap” sull’ala posteriore, in teoria piccole appendici, trasformate sulla 150° Italia in due larghi profili
oltre il limite di altezza consentito. La
Fia, stamattina, ha bocciato quest’ala.
«Non è un dramma - dice Fernando -
perché davano un vantaggio piccolo, un decimo o un decimo e mezzo al giro».
Sarebbe bastato per stare davanti ad
Hamilton, ma questo non rovina la festa di Fernando:
«Alla prima curva ho frenato forse un po’ troppo tardi, per fortuna la macchina ha risposto benissimo. Per la prima volta sono riuscito a fare la curva 3 in pieno. E poi la 9: lì, in ingresso, hai il vento in coda che solleva un po’ la vettura. Entrando diventa laterale o frontale e ti aiuta, ma devi fidarti della macchina».
Proprio il
vento ha dato, secondo
Alonso, la mano decisiva.
«È cambiato completamente rispetto alla mattina».
Nelle ultime libere, dalle 11 alle 12, il pilota aveva definito la
Ferrari “inguidabile”:
«Stamattina io e Felipe eravamo entrambi poco contenti con il bilanciamento della 150° Italia. Abbiamo cambiato molto il set-up prima della qualifica ed è andata bene».
Peccato che lo stesso vento favorevole non tirasse per
Massa, rimasto indietro di nove decimi.
E per la gara:
«Cercheremo di minimizzare il periodo sulle gomme dure, troppo lente. Ma del resto cerchiamo sempre di tirare le soft fino "alle tele". Sono ottimista perché di solito noi alla domenica miglioriamo molto, la nostra macchina risponde bene sul passo di gara e quindi possiamo ancora migliorare la nostra posizione. Il podio è un obiettivo palpabile stavolta. Anche se i nostri rivali hanno conservato un treno di gomme soft nuovo in più rispetto a noi».
Va detto che i citati problemi di
bilanciamento sono il risultato di un venerdì speso a collaudare componenti nuovi (come la
famosa ala posteriore poi messa fuorilegge) e novità aerodinamiche per i prossimi Gp, e non a cercare la messa a punto di assetto ideale per prove e gara.
Problema di cui ha pagato lo scotto soprattutto
Massa, che ha lamentato guai di assetto:
«Ho sofferto tanto per mettere a punto la macchina, sia venerdi che oggi. Non ho mai trovato l’assetto davvero perfetto. Sarei potuto partire più avanti se la macchina fosse stata più bilanciata, ma almeno sono arrivato in Q3 perché le cose si stavano mettendo male e ho rischiato di restare fuori durante la Q2».
Massa aveva infatti scelto di fare un solo giro in
Q2 con le soft per conservare il terzo treno per la parte finale delle qualifiche. Gli è andata bene per
due decimi di secondo perché né
Buemi (11°) né
Kobayashi l’hanno superato, ma il ferrarista ha rischiato grosso.