Ma come guida qui
Fernando Alonso? Il miglior tempo (1'15"107, +0"369 su
Vettel) in una
sessione di prove libere caratterizzata da ben
tre incidenti, si spiega anche con il suo stile spericolato. Certo, la
Ferrari ha fatto qualche progresso (
ali e
diffusore) e sicuramente la natura della pista aiuta molto la 150° Italia. Mancano i curvoni veloci e la
Ferrari appare sia rapida in rettilineo - per la prima volta si usa
l'ala mobile in due punti, prima e dopo l'ultima chicane - che stabile in frenata.
Ma è
Fernando che ci mette del suo, spesso rischiando fino a sfiorare il "
muro dei campioni" (quello dove al mattino ha sbattuto
Vettel) sollevando una nube di polvere. E poi accelerando fuori dalle curve in scivolata, sfruttando bene la buona
trazione meccanica della Rossa. Gli altri, a confronto, sembrano a disagio.
Vettel è velocissimo ma non altrettanto aggressivo,
Hamilton forse esagera entrando in curva a velocità proibitiva, e poi deve "remare" in uscita. Il feeling di
Alonso con la pista per il momento è perfetto. Ma tutti dovranno fare i conti con la possiblità di
pioggia di domenica.
Capitolo incidenti:
Sutil, Kobayashi e D'Ambrosio sono andati a muro, tutti nel tratto che segue il primo tornante. L'uscita dalla
prima chicane veloce, dove si arriva a
oltre 230 orari, ha creato problemi e a
Montreal il muretto è vicino e non perdona. Due
bandiere rosse e tre vetture danneggiate, ma nessun danno per i piloti.
Mentre il povero
Perez, dopo la prima sessione, ha accusato dolori e giramenti di testa. I
medici Fia gli avevano dato l'ok per correre, ma non è servito. E la
Sauber ha ripescato - dalla
McLaren - il suo ex
Pedro De la Rosa.