L'analisi GP: la sorte non esiste, ma...

L'analisi GP: la sorte non esiste, ma...
Non sempre si riesce a guidare "sopra i problemi": vale per Alonso, ma anche per altri, in Corea
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06.10.2013 ( Aggiornata il 06.10.2013 11:54 )

Parlare di fortuna e sfortuna, nelle corse, non piaceva a Enzo Ferrari. Però ci sono alcuni piloti che sono in qualche modo “predestinati”, ai quali sembra le cose debbano girare sempre nel modo migliore, fermo restando che anche loro ci mettono sempre qualcosa per far sì che ciò accada. L’abbiamo visto anche nel GP di Corea, con Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen. E, di converso, con Mark Webber e Romain Grosjean invece nel ruolo di quelli sf…ortunati. Come se non bastasse la superiorità oggettiva del duo Seb-RB9, al tedesco non capita mai niente e anzi la safety-car entra in pista proprio al momento per lui più opportuno per l’ultimo pit-stop, e alla fine distrugge la statistica per cui a Yeongam non aveva mai vinto chi partiva in pole. Mentre quando Webber aveva quasi annullato gli effetti dell’arretramento di 10 posizioni in griglia (che già non era una premessa fortunata), uscendo dai box dopo il secondo cambio gomme si è trovato davanti Sergio Perez a cui è saltata la gomma anteriore proprio in quel momento, andando a bucare sui detriti che si spargevano per la pista. Costretto a montare l’unico treno rimasto di supersoft (per fare 20 giri…) si è poi trovato nella posizione “perfetta” per essere centrato da Adrian Sutil quando la Force India è finita in testacoda in staccata. Il successivo incendio che semidistrugge la monoposto, parcheggiata oltretutto in una posizione lontana dai pompieri (costretti a entrare in pista poco prima che venga dichiarata la safety-car), non fa che aggiungere materiale di studio agli amanti della cabala. Ottima la gara delle Lotus, ma anche qui - senza disconoscere la “consistenza” e l’esperienza di Kimi Raikkonen - quella che poteva essere una delle migliori gare di Grosjean è stata compromessa dalle safety-car che ne hanno annullato il vantaggio. Dando così la possibilità a Kimi di attaccarlo e superarlo. Il francese ottiene comunque un buon podio, ma si sa che finire dietro al compagno di squadra ha un significato più profondo della semplice perdita di una posizione. Ambigua invece la sorte Mercedes: Lewis Hamilton non ha certo avuto particolari fortune e ha lottato con le Pirelli, ma a Nico Rosberg è andata anche peggio. Con un inconveniente inusuale (il cedimento dell’attacco del musetto) proprio quando attaccava e passava il compagno di squadra. Alla fine ha recuperato, ma trovando Button e Alonso fra sé e Lewis, con il tempo di superare solo l’inglese della McLaren. Peraltro si può ragionare su come Nico, restando davanti a Lewis quando aveva l’ala rotta e costretto ad entrare ai box quando l’aveva programmato Lewis, gli abbia fatto perdere quel paio di secondi che forse potevano fare la differenza su Hulkenberg. L’altro Nico, quello della Sauber, ha invece condotto una gara all’insegna della bravura e non della fortuna: Hulkenberg ha ottenuto la posizione approfittando di tutte le occasioni (bravo al via a scavalcare le Ferrari) senza farsi coinvolgere dai momenti topici, mettendo poi molto “mestiere” nel difendersi da un mastino come Hamilton ma senza guidare mai “sopra le righe”. Se qui la sorte entra in gioco, è piuttosto nel constatare con un po’ di tristezza che questo pilota non abbia certezze per il futuro in F1, nel 2014. Però la Sauber ha mostrato di saper sfruttare bene le doti del motore Ferrari, tanto da stupire lo stesso Hamilton. Mentre chi ha già un ottimo sedile per la prossima stagione, ovvero Daniel Ricciardo, ha fatto una bella gara (notevole il duello con Raikkonen) ma è stato costretto a ritirarsi a due giri alla fine mentre era davanti a Massa. E così arriviamo alle Rosse. Il sesto posto finale di Fernando Alonso non è certo esaltante, per quanto a soli 2 secondi di distanza dal quarto. Una sbavatura in partenza (finire un po’ oltre il cordolo alla prima curva, con caduta di trazione in accelerazione) lo porta a trovarsi all’esterno di Felipe Massa alla seconda staccata, quando il brasiliano finisce in testacoda per non saltare addosso a Rosberg. Ma a prescindere che sia stata sfortuna essere stato colpito e mandato largo proprio dal compagno di squadra, o fortuna che non sia successo di peggio, resta il fatto che stavolta in gara anche il “samurai spagnolo” non è riuscito a sovrastare con la sua guida e la sua caparbietà i problemi di graining e di sfruttamento delle gomme della F138 messi in mostra in Corea. Così nonostante anche la Mercedes abbia avuto le sue difficoltà, ora la Casa con la Stella si trova ad un solo punto (283 contro 284) da quella del Cavallino, nella classifica Costruttori. Va bene che Vettel è imprendibile (e anzi la matematica potrebbe consegnargli il titolo già nel prossimo GP a Suzuka), va bene che si pensa soprattutto alla vettura per il 2014, ma speriamo che la Ferrari non abbia già abdicato (volutamente o no) alla seconda posizione fra i team. Che sarà quella di “primi dei perdenti” come dice chi disconosce De Coubertin, ma ha pur sempre un notevole valore consolatorio, per non parlare dei “bonus” connessi… Maurizio Voltini

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