Raikkonen e il simulatore, rapporto difficile

Raikkonen e il simulatore, rapporto difficile
Non gli piace, ma la Ferrari lo ha già messo al lavoro

14.01.2014 ( Aggiornata il 14.01.2014 16:24 )

«Io non imparo niente al simulatore. Faccio molto prima a memorizzare una pista se non lo uso». Così parlava Kimi Raikkonen, al suo ritorno in F.1 con la Lotus. Ma adesso è di nuovo un pilota Ferrari: e ieri ha avuto la sua presa di contatto con il “ragno” di Maranello, per un test che prosegue oggi e domani. Rispetto alla sua prima epoca ferrarista, dal 2007 al 2009, gli strumenti sono cambiati e il software molto più completo e preciso. Ma resta il dubbio della idiosincrasia verso l’oggetto, per un pilota che non ama la guida virtuale. Anche il simulatore della Lotus era tecnologicamente avanzato, eppure Raikkonen lo lasciava volentieri a Nicolas Prost. Non volle nemmeno provarci la vettura a passo lungo della seconda metà del 2013. Corre voce che Kimi soffra di nausea sullo strumento, come capitava a Schumacher e a tanti altri piloti. Alla Ferrari, però, i titolari devono passare intere giornate nella struttura di simulazione. Neanche Alonso la amava troppo, ai tempi della McLaren, ma ha dovuto adattarsi. Così Kimi per adesso è contento: «Ho iniziato a prendere confidenza con tutti i nuovi sistemi e le procedure che utilizzeremo quest’anno: soprattutto per questi scopi il simulatore è davvero molto utile. C’è da fare, vero, ma non in quantità tanto diversa dal passato. Per me queste giornate a Maranello sono anche un’opportunità per stare insieme alla squadra e per incontrare con un po’ più di tempo a disposizione tanti amici”». Parole che rivelano la vera utilità del simulatore: apprendere da subito a usare i comandi sul volante della nuova Ferrari. Nel 2014, molte funzioni del Kers e della frenata “elettronica” saranno automatizzate, ma il pilota ha ancora molto da sfruttare.

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