Schumacher: 3 settimane ma sempre in coma

Schumacher: 3 settimane ma sempre in coma
Le condizioni sono stabili e la famiglia dice: piena fiducia nei medici

20.01.2014 ( Aggiornata il 20.01.2014 16:34 )

Scarseggiano, purtroppo, le novità dalla clinica di Grenoble, dove Michael Schumacher è ricoverato dall’incidente sugli sci del 29 dicembre scorso. Domenica 19 gennaio, il limite delle tre settimane di coma farmacologico, dall’incidente del 29 dicembre, è trascorso senza novità. E questo, bisogna dirlo, non è esattamente un buon segno. «Le condizioni continuano a essere stabili», è “purtroppo” l’unica informazione della portavoce Sabine Kehm. Diciamo “purtroppo” perché, dopo tanti giorni di coma farmacologico, sarebbe stato lecito aspettarsi un tentativo di risveglio da parte dei medici. Invece, almeno ufficialmente, non vengono ancora prese iniziative. È una condizione che potrebbe durare a tempo indefinito, anche se ci sono effetti collaterali (a carico del fegato, per esempio, ma anche del tono muscolare). Michael non è più in pericolo immediato di vita, e a questo punto si allontana il rischio di complicazioni gravi che inducano a temere il peggio. Ma dal punto di vista di un possibile recupero, non si stanno facendo passi avanti. E l’unica indiscrezione filtrata dalla Francia fa capire che i tempi saranno molto, molto lunghi. Una flebile speranza è che proprio dietro la cortina di impenetrabilità che circonda Michael, in realtà l’equipe medica diretta dai professori Payen, Gay e Chabardès qualche tentativo di risvegliare Schumacher dal coma artificiale lo abbia già fatto. È una procedura seguita in questi casi, un “risveglio momentaneo” che serve solo per le valutazioni neurologiche. Ma con quale esito? Proprio la portavoce Sabine Kehm, comunque, ci tiene ad arginare il flusso di informazioni non controllate e ribadisce che «ogni informazione che non proviene dai medici che hanno Michael in cura deve considerarsi pura illazione. Ripeto anche - scrive la portavoce - che la famiglia è molto contenta e fiduciosa del lavoro dei medici, e che ripone in loro completa fiducia». Non resta, quindi, che aspettare e sperare. L’unica novità del fine settimana, è quella del ritrovamento del portafortuna di Michael nella neve. Si tratta di un braccialetto. Lo avevano cercato in ospedale e anche all’interno dell’elicottero di soccorso, ma senza trovarlo. Un gruppo di volontari è tornato sulla pista e lo ha rinvenuto. Schumi è sempre stato affezionato agli amuleti, lui e Jean Todt una volta ne acquistarono uno uguale, in pelo di elefante, ai tempi della Ferrari. Stavolta si tratta di un braccialetto di perle di legno, probabilmente un regalo della moglie.

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