Domenicali difende la nuova tecnologia F1

Domenicali difende la nuova tecnologia F1
"Aspettiamo un nuovo test prima di dire che è tutto sbagliato. E se manca il fascino del rumore, provvederemo"

12.02.2014 ( Aggiornata il 12.02.2014 18:33 )

A una settimana dall'inizio della seconda sessione di test, il capo del reparto corse Ferrari, Stefano Domenicali, fa il punto della situazione sul sito casalingo del Cavallino. Le parole chiave sono: prudenza, realismo ma anche fiducia nella propria squadra. Un approccio che più volte è stato anche oggetto di ironia da parte dei tifosi del Cavallino, ben più ansiosi e “sanguigni”, ma che conoscendo la “volatilità” del mondo F1 nel caso di Domenicali è più che motivato. “Sono sempre prudente, non certo per paura di dire quello che penso ma perché so bene come le cose cambino in fretta in questo sport”, spiega Domenicali. I primi test però, benché poco significativi per i tempi sul giro e sulle prestazioni, hanno dato però una ventata di ottimismo al capo della Ferrari corse. “L’ottimismo che ho deriva dalla consapevolezza che sappiamo quali sono i fronti su cui dobbiamo operare. A Jerez abbiamo visto che la base di partenza della F14 T è buona: risponde bene alle modifiche, i dati fondamentali rispondono ai parametri che avevamo definito in galleria del vento e non abbiamo avuto sorprese negative. Ovvio che c’è ancora molto da lavorare perché era impossibile debuttare con una monoposto perfetta in una stagione così ricca di cambiamenti. Sarà un inizio di campionato pieno di incognite ed è prestissimo per fare qualsiasi tipo di previsione: credo che cominceremo a capire qualcosa solamente nell’ultimo test in Bahrain”. “Devo dire che la cosa che più mi ha fatto piacere è stato l’atteggiamento della squadra  – ha proseguito DomenicaliTutti sono uniti nell’affrontare i problemi e nel cercare di risolverli, consapevoli che la sfida che abbiamo di fronte è impegnativa ma affascinante”. Il 2014 rappresenta un anno di svolta per la Formula 1 dal punto di vista tecnico con l’introduzione di un powertrain completamente inedito: motore V6 turbo e doppio motore elettrico. Dopo il primo test di Jerez de la Frontera si sono levate autorevoli voci preoccupate per il futuro immediato della F1 fatta di rotture, avarie, improvvisi black out elettrici e globalmente un minor spettacolo in pista. Ma Domenicali risponde con realismo: “È bene non precipitare le valutazioni, fermo restando che è sbagliato darsi la zappa sui piedi e che la propensione all’autodistruzione non serve a nulla: ogni volta che c’è stato un cambiamento tecnico c’è stata discussione, com’è ovvio che sia. Abbiamo fatto solamente un test dove non abbiamo avuto mai più di quattro o cinque macchine contemporaneamente in pista: aspettiamo di averne ventidue prima di dire che è tutto sbagliato. Una volta scelta una strada bisogna portarla avanti costruttivamente. Poi, se dopo un certo periodo di tempo, vedremo che manca davvero un elemento emozionale come il suono del motore allora vedremo come reagire. Personalmente non credo che sia questo aspetto ad allontanare la gente dagli autodromi: preoccupiamo piuttosto della complessità dell’evento Gran Premio e, dal punto di vista strategico, di come agganciare i giovani al nostro sport, che oggi ha uno zoccolo duro di fan fra i 35 e i 50 anni. Bisogna tornare a far vedere l’automobile come un tema aspirazionale e non soltanto come un mezzo di trasporto, che nulla aggiunge all’esistenza di ciascuno di noi. Come Ferrari vogliamo impegnarci a fondo su questi aspetti, come dimostrano iniziative come la scelta del nome della monoposto (fatto collettivamente con una votazione via internet, ndr) e il concorso fotografico on line “Snap your passion” che porterà quattro appassionati a seguire insieme alla squadra l’ultimo test in Bahrain, attività che hanno raccolto tantissimo interesse soprattutto fra i giovani”. (Fine prima parte)

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