Gp Australia: la farsa dei “nasi”

Gp Australia: la farsa dei “nasi”
Solo brutti o anche pericolosi?

12.03.2014 ( Aggiornata il 12.03.2014 15:36 )

Dall'inviato di Autosprint a Melbourne (Australia): Alberto Antonini Il paddock di Melbourne non si è ancora animato del tutto. Ma le polemiche sono dietro l’angolo. La generazione dei musi spioventi, voluta soprattutto per motivi di sicurezza, adesso viene messa sotto accusa. Oltre che brutti, sarebbero infatti praticamente inutili. A far scoppiare lo scandalo è il sito di ‘auto motor un sport’ tedesco, che riporta una foto esclusiva (nel riquadro): si vede il muso a proboscide della McLaren tranciato di netto. È successo durante i test in Bahrain. Collisione, uscita di pista? Macché: un banale urto mentre la monoposto era agganciata al carro attrezzi. Ma quell’urto è stato sufficiente per asportare la struttura in carbonio. Del resto, c’era da aspettarselo: la punta del “naso”, infatti, non è particolarmente robusta. Nei primi 15 cm di lunghezza deve infatti resistere a una decelerazione non superiore a 10 ‘G’: in parole povere, è fatta per cedere. Cinque centimetri più indietro della punta c’è il punto più basso, che per regolamento sta a 185 mm dal piano di riferimento. E solo dopo altri 10 cm all’indietro inizia la struttura antiurto vera e propria. Ma in quel punto, i musi non sono più particolarmente bassi. Quindi, in caso di tamponamento, o peggio di collisione laterale, la parte bassa del muso - che in teoria sarebbe meno pericolosa - è destinata a cedere di colpo. La più resistente si trova già sufficientemente in alto per causare un potenziale danno a un altro pilota. La Fia voleva introdurre i musi più bassi, ma quasi tutti hanno aggirato la regola con strutture fittizie. Il risultato è che i rischi in caso di “T-bone” (così chiamano i tecnici un urto perpendicolare fra due vetture) sono ridotti solo in parte.  

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