Analisi GP Australia: quando la paura ti frena

Analisi GP Australia: quando la paura ti frena
L’affidabilità è stato un problema molto più relativo del previsto, a Melbourne

16.03.2014 ( Aggiornata il 16.03.2014 10:13 )

Che quello dell’affidabilità fosse un problema concreto, nel primo GP stagionale, è stato un fatto reale. Tuttavia le paure di non finire la gara sono state a quanto pare eccessive. Questo non solo perché alla fine sono arrivate al traguardo 15 monoposto su 22, ma soprattutto perché fra quanti possono “vantarsi” per aver portato entrambe le vetture al traguardo, alla fin fine solo la McLaren festeggia: intanto perché il 3° posto di Kevin Magnussen è di spicco, poi perché aggiunto al 4° di Jenson Button assegna al team il primo posto nel mondiale costruttori. Parallelamente, la Ferrari ha entrambi i piloti in top ten (anche la Toro Rosso) ma il 5° posto di Fernando Alonso e l’8° di Kimi Raikkonen non entusiasmano, e non solo perché ottenuti in una gara poco aggressiva. A quantificare il valore di questa prestazione, nonostante nel pregara fosse un obbiettivo ambito quello di finire con tutti e due, sta del resto il quarto posto nel Mondiale Costruttori dietro anche a Mercedes e Red Bull. Vedremo se tale risultato sia stato frutto di un’eccessiva prudenza, sta di fatto che questo ha portato a raccogliere meno di chi ha pure patito una “perdita” in gara. Parliamo dunque di Red Bull: è vero che Sebastian Vettel è finito presto fuori gioco, ma con Daniel Ricciardo ha mostrato la sua competitività, anche se al momento tutto è messo in discussione dai commissari (per aver superato il tetto di flusso carburante in gara). Insomma, se non compaiono (risolvibili e risolti, in parte) problemi, è comunque veloce. Seppur non quanto la Mercedes, che ha archiviato senza troppi rimpianti il ritiro di Lewis Hamilton - il primo a fermarsi per guai tecnici, paradossalmente - sull’altare della prestazione vincente di Nico Rosberg che ha mostrato di fare ciò che voleva. Perfino la Williams può essere soddisfatta, dal punto di vista tecnico. Eppure di rimpianti ne ha parecchi: da quel che avrebbe potuto fare Felipe Massa se non fosse stato centrato da Kobayashi al via (per un problema ai freni), alla possibile prestazione di Valtteri Bottas senza la distrazione che l’ha portato a disintegrare una ruota contro il muretto. In ogni caso il finlandese ha poi mostrato un ottimo passo, risalendo da 14° a 6°: non è certo poco. Insomma, intanto resta da chiarire quanto (o meno) volontariamente la prestazione Ferrari sia stata plafonata, se cioè sia dovuta a una precisa scelta strategica prudenziale, alla necessità di controllare il consumo o ad altri fattori tecnici. Come al ventilato limite di utilizzo del Mgu-K (o Kers se preferite) che si dice non sia stato ancora possibile impiegare al 100%. E sarebbe perfino meglio così, piuttosto di scoprire che “di più non ce n’è” con l’attuale F14 T. In ogni caso, seppur col senno di poi, sembra chiaro che sia meglio rischiare un po’ di più: l’affidabilità è un valore aggiunto - e proprio la Ferrari l’ha dimostrato infinite volte - purché non vada a inficiare troppo la prestazione assoluta. Maurizio Voltini

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