Così Senna scoprì la Formula Uno (1° parte)

Così Senna scoprì la Formula Uno (1° parte)
Tratta dal libro "Ayrton" pubblicato da Autosprint nel 2004, la storia di come il brasiliano approcciò la massima formula
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Cesare M. Mannucci

29.04.2014 ( Aggiornata il 29.04.2014 17:18 )

di Cesare Maria Mannucci Il 1983 è l’anno dell’incontro tra Senna e la F. 1. Ne prova quattro: la Williams-Ford, la McLaren-Ford, la Toleman-Hart e la Brabham-Bmw. Ognuno di questi test nasce per motivazioni e strategie diverse. Alla fine, la scelta di Senna per il 1984 sarà obbligata in favore della Toleman, per lui la meno attraente. Questo carosello di test sarà però utile per capire che l’ambiente della F. 1 è molto complicato e diverso da tutto quello che ha conosciuto sino ad ora. Martedi 19 luglio, a Donington, Ayrton Senna prova per la prima volta una monoposto di F. 1. Si tratta della Williams FW 08C-Ford del 1982, anno in cui Rosberg l’ha portata al titolo iridato. Il test avviene per pura curiosità di Frank Williams, che vuole conoscere questo pilota che in Inghilterra, da tre anni, domina le formule minori. Mai per un attimo Frank Williams pensa di coinvolgere o di bloccare Senna con contratti e opzioni. Per il 1984 i suoi piloti saranno Rosberg e Laffitte, ci sono contratti da rispettare e per il futuro i piloti saranno concertati insieme alla Honda, che al momento ignora l’esistenza di Senna. Frank Williams si comporta da vero signore. Senna gli chiede un test, Williams glielo offre, senza esigere nulla in cambio. A Donington, Senna percorre 83 giri. Dai primi passaggi si mostra sicuro, mai impegnato al limite. Con più potenza a disposizione, è subito a suo agio. Quando rientra ai box, riferisce direttamente a Frank Williams. Le sue indicazioni sono precise, veritiere. Non c’è ancora la telemetria, ma Ayrton, pur girando in tempi record, non ha problemi ad osservare la strumentazione, a controllare lo stato delle gomme posteriori guardando lo specchietto. Ayrton stabilisce il record, poi subito migliorato da Warwick che gira con la Toleman. Qualche noia arriva con il fisico. Di struttura gracile, ha problemi con i muscoli del collo e delle braccia, un aspetto sul quale Ayrton in seguito lavorerà duramente sino ad acquisire una condizione atletica perfetta. Senna e Frank Williams si lasciano con una vaga promessa. Il costruttore inglese ha la certezza che sarà Bernie Ecclestone, allora proprietario della Brabham, ad assicurarsi i servigi di Senna per gli anni a venire. Il 27 ottobre, come premio per aver vinto il campionato inglese di F. 3, Senna prova a Silverstone la McLaren MP4/C-Ford. Ron Dennis convoca anche Martin Brundle e Stefan Bellof, promessa tedesca della F. 2. Con Ayrton, Ron Dennis ha un atteggiamento diverso, sia rispetto a quello di Williams a Donington, ma anche rispetto a quando si sono incontrati a casa del brasiliano, un anno prima. Dopo un solo giro di pista lo richiama ai box, e davanti a tutti gli fa una ramanzina per essere andato subito troppo veloce, senza considerare che fa molto freddo e le gomme non sono ancora in temperatura. Ayrton riparte con più prudenza, e dopo una progressione costante, sebbene il sedile mal fatto gli causi problemi alla gamba destra, realizza il tempo di 1’14”300, proprio quando il motore palesa problemi con una valvola. Senna è il più veloce tra i tre, e a fine giornata Ron Dennis dichiara: ”I piloti si sono mostrati maturi, considerando l’età e l’esperienza limitata. I tempi realizzati avrebbero permesso a tutti di essere al via del Gp d’Inghilterra. Il crono di Ayrton Senna Da Silva è impressionante considerando le condizioni atmosferiche, ma rispetto a Brundle e Bellof aveva il vantaggio di aver già provato una monoposto di F. 1”. Quel giorno, a Silverstone, non c’è solo il team McLaren, a bordo pista, in incognito, si trova Herbie Blash, direttore sportivo Brabham, che Ecclestone ha inviato per spiare il comportamento di Senna e degli altri. Blash prende i tempi con il suo cronometro, e quello stesso giro che la McLaren cronometra in 1’14”3 (quando il motore di Senna cede), per lui, posizionato alla chicane precedente i box, diventa 1’13”8, migliore di quello realizzato da Lauda con la stessa vettura al Gp d’Inghilterra. Il tempo della Mclaren non è infatti veritiero, perché Senna davanti ai box palesa già problemi al motore. Ron Dennis non si accorge che quel giorno Ayrton ha mostrato di essere a livello dei migliori in F1, e Blash si guarda bene dal dirglielo. D’altro canto, da quasi due anni, Alex Hawkridge, team manager Toleman, non dà tregua a Senna. Prima gli propone un contratto di management, poi gli prospetta la possibilità di correre in F2. Ora torna alla carica offrendogli un test in F. 1 e la garanzia di firmare un contratto per correre nel 1984. La Toleman-Hart non è una vettura competitiva. Affidata a Warwick e a Giacomelli, nel 1983 naviga nelle retrovie, palesa una fragilità di motore preoccupante, anche se le ultime gare hanno mostrato progressi apprezzabili. Dispone però di uno staff tecnico di rilievo, caratterizzato da Rory Byrne e Pat Simmonds. Nei primi giorni di novembre, Senna torna a Silverstone al volante di una Toleman TG183 a motore Hart 4 cilindri. È la prima volta di Ayrton al volante di una vettura sovralimentata. Percorre 72 giri, ottenendo il miglior tempo in 1’11”54. Da quando si è disputato il Gp d’Inghilterra, la vettura ha fatto passi da gigante, quindi è irrilevante paragonare i tempi di Senna con quelli più lenti di Warwick. Durante il test Toleman, Senna palesa grande professionalità. La Toleman non è la sua prima scelta, ma quel giorno si comporta come se fosse il team migliore del mondo. Dà e chiede tanto, ma è l’attitudine che Ted Toleman e Hawkridge si aspettano da un pilota che dovrebbe farli uscire dalla mediocrità. Senna però prende tempo, non vuole firmare nessun contratto. Fine prima parte - Continua

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