In occasione del GP austriaco a Spielberg, la
Pirelli raccomandava per la gara una
tattica a due soste, sostenendo però che quella a una sosta risultava teoricamente più veloce, ma anche più rischiosa e meno flessibile in caso di imprevisti. In più, la gara ha visto un sensibile
innalzamento delle temperature ambientali (asfalto oltre i 40°C) rendendo ancor più rischiosa la sosta singola.
Così alla fine solo la
Marussia e Kamui Kobayashi hanno deciso di “sposare” questa tattica, con
Jules Bianchi e Max Chilton partiti con le soft e passati quindi alle supersoft nell’unica sosta. Una scelta che non ha tolto dalle retrovie la squadra russa, ma se non altro ha permesso al francese (che indubbiamente ci avrà messo “del suo”) di risultare ancora una volta primo fra chi guida macchine da fondoclassifica.
Mentre
Kobayashi è partito con le supersoft e, avendo effettuato la sosta al 14° giro, ha poi tenuto le soft per ben 57 giri, la maggior distanza stabilita qui con questa mescola. Il record di percorrenza con le supersoft, nella gara austriaca, appartiene invece a
Chilton con 37 giri.
Passando piuttosto ai primi classificati, c’è stata invece omogeneità strategica sulle due soste, con la differenza (peraltro relativa) che
Nico Rosberg e Fernando Alonso hanno avuto un set nuovo di gomme soft per l’ultimo stint. Evidenziamo, ed è abbastanza facile notarlo nel grafico, come la tendenza sia quella di vedere più avanti i piloti che hanno anticipato i pit-stop, e viceversa più indietro quelli che li hanno ritardati, come
Felipe Massa al quale si sono aggiunte le problematiche di traffico. Almeno, appunto, fra i primi. Il
degrado nei giri finali di ciascuno stint è stato abbastanza decisivo.
Chi ha seguito una
tattica alternativa (anche questa preventivamente suggerita dalla
Pirelli per chi non partiva nelle prime cinque file) è stato
Sergio Perez, bravo a sfruttare a lungo il set di soft con cui è partito, utilizzando poi le supersoft solo nello stint finale (in cui è risultato particolarmente veloce, ottenendo il GpV in 1’12”142), arrivando così 6° quando era partito 15°. Peraltro
Jenson Button e Pastor Maldonado, che hanno adottato praticamente la medesima strategia, non sono invece riusciti a finire in zona punti.
Per concludere, evidenziamo come ancora una volta siano stati i
meccanici Ferrari gli autori del cambio gomme
più veloce, con 2”0 in occasione di una sosta di Alonso, mentre nell’arco di percorrenza dell’intera corsia box il più rapido è stato
Valtteri Bottas.
Maurizio Voltini