Questo articolo, tratto da un’
inchiesta su Autosprint in edicola, dimostra la
crisi attuale della Ferrari. E soprattutto dove risiede. Abbiamo raccolto tutti i
numeri-chiave della stagione 2014 confrontandoli con i valori analoghi degli ultimi nove anni (dal 2006 ad oggi) per valutare le differenze. Parliamo di
distacco dalla pole position in prova e in gara sul giro veloce, di
medie/punti iridati conquistati ad ogni anno, di
durata dei pit stop e di
indice affidabilità (cioé il numero delle rotture avvenute durante ogni stagione). Ebbene, riassumendo in una frase la
Ferrari 2014, il risultato è:
bocciata in rendimento,
promossa in affidabilità,
prima della classe ai box. I numeri non mentono, a patto di saperli interpretare.
Però, rispetto ad altre annate nere del passato più lontano, c’è una divisione netta, che le statistiche evidenziano. Un conto è la
Ferrari nel senso di monoposto, di progetto; un altro la
squadra. Per la prima voce il passivo è pesante, per la seconda siamo a livelli di eccellenza.
Vediamo più in dettaglio le tabelle. Prima di tutto un dato generale: la media/punti a gara raccolta negli ultimi anni è andata progressivamente calando:
dai 29,41 punti del 2007, annata
record dove ci fu la vittoria nel mondiale fino ai
20 punti del 2012, i
18,63 del 2013 e gli appena
11,75 di quest’anno dove si è toccato il valore più basso degli ultimi nove anni a parte il
disastroso 2009.
Quanto sia poco veloce la
F14 T di quest’anno si vede dal
distacco medio dal giro in qualifica che è sempre stato attorno al mezzo secondo/sei decimi negli ultimi cinque anni per precipitare a 1,06 secondi quest’anno. Nella
tabelle c’è anche il confronto soltanto dedicato al 2014 tra
Ferrari e team competitor diretti, come
Red Bull e
McLaren rispetto alla
Mercedes: si vede che la
Red Bull in qualifica contiene in 8 decimi il distacco, quello
Ferrari è superiore e
Raikkonen è mediamente 32 centesimi più lento di Alonso (1,49 secondi contro 1,17)
Le cose migliorano un po’ prendendo in esame la
corsa e non le qualifiche, cioé il
distacco dal giro veloce del migliore in gara. Il valore medio del divario 2014 scende sotto il secondo delle prove, e si assesta a 80 centesimi. Più o meno uguale a quelli del 2011, 2012 e 2013. Anche il distacco dalla
Mercedes nel 2014 (sempre rispetto a Red Bull e McLaren) migliora e
gli 80 centesimi di svantaggio della Ferrari sono migliori degli 86 centesimi di distacco della Red Bull dalla vettura più veloce (peccato che la classifica non premi questa differenza visto che la
Red Bull è nettamente più avanti in campionato).
Infine le
buone notizie: l’aspetto in cui i numeri
Ferrari sono decisamente positivi sono
l’affidabilità della macchina e il tempo medio nei pit stop.
L’affidabilità quest’anno rasenta la perfezione: a confronto con gli 8 ritiri del 2008, e la media di 3 ritiri a stagione negli ultimi quattro anni,
la Ferrari del 2014 si è fermata zero volte per guasti tecnici. Un vero
record, anche se siamo ancora a metà campionato.
In fatto di
pit stop la
Ferrari è diventata la migliore di tutte. La tabella calcola in percentuale il distacco dal team migliore nei pit stop e il calcolo è fatto dal 2010, anno dell’abolizione dei rifornimenti, perché è solo da allora che
si cambiano esclusivamente le gomme e la durata della sosta è diventata determinante per la strategia di gara. Mentre la
Ferrari nel 2010 (l’anno del disastroso finale di stagione a Abu Dhabi) aveva un
distacco medio di 1,21% dal migliore team, questo divario è sceso progressivamente negli anni successivi a
0,68%, poi
0,23% fino ad arrivare a
0% quest’anno. Vuol dire che la
Ferrari è diventata la squadra più veloce nel cambio gomme e quindi il team di riferimento per gli altri.
L'analisi più dettagliata e la spiegazione precisa di come e perché la Ferrari sia migliorata in certi aspetti e decisamente peggiorata in altri, la trovate sul numero di Autosprint in edicola da martedi 1 luglio.
Alberto Antonini