Analisi GP: la guida radio-comandata

Analisi GP: la guida radio-comandata
In certi momenti Alonso e Vettel hanno usato più il "walkie-talkie" del volante, pur in un duello da antologia

06.07.2014 ( Aggiornata il 06.07.2014 19:24 )

Serve una premessa, sennò c’è sempre qualcuno che vuol intravedere delle antipatie per questo o quel pilota. Dunque rimarchiamo che Fernando Alonso e Sebastian Vettel sono due campioni “fatti e finiti”, hanno già ampiamente mostrato quanto sono capaci di fare senza che vi sia bisogno di continuare a dimostrare chissà cosa, e pur nella loro diversità caratteriale e di guida sono due piloti sufficientemente completi. Certamente uno è più efficace nell’altro come lottatore in gara, e viceversa sul giro secco “da qualifica”, ma è il bello di avere dei piloti di vertice con le proprie peculiarità e non “fatti con lo stampino”, no? Ebbene, tutti abbiamo potuto apprezzare quel fantastico duello ruota-a-ruota che ci hanno offerto nella gara di Silverstone. Roba che a memoria riporta a certi episodi con Senna e Mansell, hai detto niente. I due si sono sfiorati e incrociati di traiettoria varie volte, senza però mai trascendere al punto da arrivare a un contatto, un urto che si risolvesse in modo negativo (se state pensando a quanto accaduto fra Gutierrez e Maldonado, avete capito). Eppure è stato evidente come non si siano assolutamente risparmiati, provando tutto quello che era in loro potere (e capacità) fare. Arrivando a percorrere affiancati tutto il tratto da metà curva Luffield, l'intera Woodcote e il rettilineo che porta alla Copse (quello delle partenze di una volta) con macchine e ruote a sfiorarsi, in occasione del sorpasso decisivo di Vettel. Qualcosa che resterà impresso per parecchio. Ma anche Alonso nel suo sorpasso, o quando si difende tenendo all’esterno Vettel, spesso accompagnandolo verso il bordo senza però buttarlo fuori, è roba da alta scuola di pilotaggio. In tutto questo, nella lotta estrema di grandi piloti che non si trattengono, c’è stato un aspetto fastidioso: il continuo chiacchiericcio via radio. Vettel a lamentare che Alonso non gli lascia (abbastanza) spazio, lo spagnolo che critica l’uso del DRS del tedesco, Charlie Whiting (il direttore di gara) che si raccomanda di non superare troppo spesso il bordo pista… Sono state innumerevoli le occasioni per lamentare/puntualizzare/segnalare qualcosa dai/ai propri box da parte di entrambi. Facciamocene una ragione: oggidì anche queste pressioni psicologiche e i richiami continui alle infrazioni regolamentari (vere o presunte) fanno parte del gioco. E quando due piloti di questa caratura stanno duellando a oltre il 100%, non rinunciano certo a questa ulteriore possibilità loro concessa, anzi. Però... Questo tuttavia non vuole essere un appunto fine a se stesso al “sistema”, che pure offre il fianco a molte critiche. È invece incredibile rilevare come, mentre guidavano su una pista da ben oltre 200 orari di media, entrambi riuscissero a gestire tutti i sistemi di un’attuale F1 - non crediamo ci sia da spiegare tutte le manopole presenti su un volante per immaginarlo - cresciuti oltretutto quest’anno con l’aumento delle componenti elettriche ed elettroniche sulle power unit, tenendo per di più d’occhio i consumi. Ma non solo: dai discorsi via radio - e vi assicuriamo che già riuscire a parlare in certe situazioni è tutt’altro che scontato - si capiva come si tenessero d’occhio accuratamente l’un l’altro, segnalando ai box tutte le volte che l’altro superava il bordo pista e ogni manovra che faceva. E spesso lo si vedeva solo dagli specchietti… Con Alonso che aveva pure qualche problemino alla monoposto. Insomma, già questo dovrebbe far capire come tali piloti abbiano veramente qualcosa di più, capacità anche al di là della nostra immaginazione, e probabilmente anche di quella dei vecchi driver abituati “solo” (si fa per dire) a pestare il più possibile sul pedale destro. E in tutto questo, se serve a “distrarre” un poco l’avversario, anche i richiami via radio hanno una loro giustificazione. Da evidenziare però anche il comportamento positivo assunto recentemente dalla direzione di gara. Che interviene in modo meno sguaiato rispetto al passato, quando penalizzava tutte le volte che una postilla del regolamento poteva venir applicata, a prescindere dal buon senso. Così non ha fatto nulla a Vergne e/o Perez per l’urto fra loro al primo via, assolutamente casuale e senza cattiveria. Allo stesso modo ha applicato una sanzione proporzionata ad Alonso per il mancato allineamento in griglia, evitando di compromettergli l’intera gara per un errore che non gli ha dato vantaggio. E soprattutto ha saputo distinguere quando i piloti finivano oltre la riga di bordo pista per errore o sbavature conseguenti alla lotta in corso, e non per guadagnare tempo. Applicando un giusto avvertimento senza arrivare a penalizzare. Era quello che chiedevamo dopo certe sanzioni applicate a capocchia in passato, e ora viene fatto. E questo ha permesso di goderci il duello di cui abbiamo parlato, dimostrando che anche l’attuale F1 può offrire spettacolo “vero” quando non si esagera con l’interventismo. Dunque, piloti in lotta aperta senza doversi preoccupare più del lecito di certi vincoli regolamentari. Era quello che volevamo per tornare ad appassionarci alle gare, a prescindere da qualsivoglia altra questione come quella del rumore. E così possiamo ragionevolmente sperare di poter vedere ancora cose simili, nei prossimi GP. Però, per cortesia, quando esagerano spegnetegli le autoradioMaurizio Voltini

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