Intervista: Jules Bianchi, dalla Marussia alla Ferrari

Intervista: Jules Bianchi, dalla Marussia alla Ferrari
Un estratto dell'intervista al pilota francese che Autosprint pubblica nel numero in edicola da martedi 15 luglio

14.07.2014 ( Aggiornata il 14.07.2014 17:36 )

Ventiquattro anni, 28 Gran Premi alle spalle, due punti all’attivo, e un doppio ruolo di pilota titolare in Marussia e di tester in Ferrari. Jules Bianchi guarda avanti, e lo fa con la convinzione di chi ha già raggiunto quello che riteneva il primo obiettivo 2014. Non era il nono posto di Montecarlo, che da solo vale una stagione (soprattutto per il team) quanto il dare un senso al secondo anno nelle fila di una squadra che non può ambire ad andare oltre le ultime file. Dopo un 2013 in cui l’apprendistato poteva essere sufficiente a giustificare tutto un campionato, dodici mesi dopo Bianchi era a caccia di stimoli ed obiettivi per non diventare un mestierante delle posizioni di coda. E il pilota francese del vivaio Ferrari il suo “target” lo ha raggiunto pienamente dopo solo mezzo campionato. Il 9° posto di Montecarlo - primo piazzamento in zona punti per lui e la Marussia - ha avuto un’eco notevole, così come l’exploit del 12° posto nelle qualifiche di Silverstone, gara in cui ha preso il via dalla sesta fila dello schieramento dopo aver concluso la sessione Q1 addirittura in quarta posizione! Poi, complice l’incidente di Kimi Raikkonen, ecco la chiamata della Ferrari, e l’esordio sulla F14 T nelle prove post-Gran Premio disputate a Silverstone lo scorso mercoledì. Una chance condita con tanto di miglior tempo di giornata. Ma Jules Bianchi, tutto questo, se lo aspettava? «Il nostro è un mondo nel quale le cose cambiano molto velocemente, e lo dimostra anche la storia della mia stagione e di quella della Marussia. Fino al Gp di Barcellona abbiamo fatto fatica, poi nelle prove disputate dopo la gara spagnola il team ha provato a usare la monoposto in un modo differente. Non parlo di pezzi nuovi, come molti hanno pensato, ma di regolazioni. E la vettura ha risposto in modo molto positivo. Il destino ha poi voluto che dieci giorni dopo arrivassero i primi punti in Formula Uno, sia per me che per il team, per di più nel Gp di Montecarlo». - Sei stato sorpreso dall’eco che ha avuto un piazzamento che, visto dall’esterno è pur sempre un nono posto? «Si, esatto, sono rimasto molto sorpreso. Sapevo cosa avrebbe comportato per il team quel piazzamento, ma non avevo pensato che così tante persone avrebbero notato questa nostra piccola impresa. Alla fine è un nono posto, e credevo che soltanto noi della Marussia e pochi altri addetti ai lavori avrebbero dato il giusto peso a questo piazzamento, ed invece l’ambiente ha percepito, e per me è stata una piacevole sorpresa». - C’è chi ha sottolineato che il tuo exploit dà speranza a piloti e team che solitamente non sono sotto i riflettori. «Se è così non può che farmi piacere. Spero che la gente riesca a cogliere che anche chi corre nelle retrovie ha i suoi obiettivi, indubbiamente meno ambiziosi dei “top”, ma inseguiti con la stessa voglia e tenacia di chi lotta nelle prime file». L’intervista completa a Jules Bianchi la trovate sul numero di Autosprint in edicola da martedi 15 luglio.

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