De la Rosa: "Che bello guidare la vettura reale!"

 De la Rosa: "Che bello guidare la vettura reale!"
Il collaudatore della Ferrari, prima di illustrare le aspettative in vista di Hockenheim, sottolinea il fascino della guida al volante di una monoposto vera

15.07.2014 ( Aggiornata il 15.07.2014 16:26 )

Pedro De la Rosa dal mese di gennaio del 2013 ha trascorso decine e decine di ore alla guida del simulatore della Ferrari. Un fiore all’occhiello della struttura di Maranello, ma pur sempre un dispositivo che ha come obiettivo quello di riprodurre (quanto più fedelmente possibile) le situazioni e le problematiche dei campi di gara. Per De la Rosa la possibilità di tornare al volante di una monoposto reale, concretizzatasi nei test post Gran Premio di Silverstone, è stata una chance che ha raccolto con grande entusiasmo. «È stato fantastico tornare a guidare la vettura, una vera emozione – ha confermato De la Rosasi è trattata di un’opportunità importante, perché ho potuto guidare la vettura reale e fare una valutazione della correlazione con il lavoro che svolgiamo al simulatore, constatando che stiamo andando nella direzione giusta. Maneggevolezza dell’auto, erogazione della potenza, molte cose sono cambiate da quando gareggiavo: per questo è così importante poter contare su delle giornate di test per i collaudatori come me che sono solitamente impegnati soprattutto al simulatore. Abbiamo imparato molto a Silverstone, portando avanti il nostro costante programma di sviluppo. Gara dopo gara stiamo migliorando, nessuno vuole gettare la spugna per questa stagione, anche se è chiaro che abbiamo già iniziato a pensare anche al 2015». «Hockenheim è una pista molto completa, sulla quale dalla vettura si deve avere un po’ di tutto – ha affermato De la Rosac’è bisogno di potenza, del giusto bilanciamento anteriore e posteriore e anche di carico aerodinamico perché, nonostante non sia una pista particolarmente lunga, propone tutti i tipi di curva. Per esempio, nel primo settore, c’è bisogno di un anteriore molto preciso altrimenti si rischia di avere un po’ di sottosterzo che non permette di scaricare correttamente la potenza e fa diminuire la velocità di uscita dalla curva. Una buona trazione è essenziale nelle curve 2 e 5 perché sono seguite dai due rettilinei principali della pista. Il tornantino, alla curva 6, offre invece le migliori opportunità di sorpasso. Nell’ultimo settore, infine, si possono mettere in luce le vetture che hanno elevato carico aerodinamico e buon grip meccanico». Roberto Chinchero

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