Alonso e il rischio gomme

Alonso e il rischio gomme
Lo spagnolo ha saputo gestire le Pirelli soft per più di 30 giri meritandosi il 2° posto finale davanti a Hamilton, nel GP in Ungheria

27.07.2014 ( Aggiornata il 27.07.2014 17:28 )

Fernando Alonso sul podio è mogio per la vittoria sfumata a tre giri dalla fine. Ma dovrebbe ridere e sprizzare gioia visto che ha colto il più bel risultato della stagione in cui, con una difesa strenua della prima posizione anche contro tutte le avversità, ha dimostrato di essere il pilota più forte e tenace del mondo. Se è mogio è perché aveva la vittoria in mano fino a 3 giri dalla fine e la delusione di vedersi sorpassare da Ricciardo è una delusione più forte di questo eccezionale podio. Ma resterà negli annali questo secondo posto di Alonso. Un 2° posto in Ungheria che ha riportato Alonso sul podio 3 mesi dopo il Gp Cina, ma soprattutto importante perché Fernando non ha sfruttato un evento occasionale, ma ha corso tutta la gara con la possibilità di poter puntare apertamente alla vittoria.

Combinazioni sfruttate

“Oggi c’è stata una serie di combinazioni strane - dice Fernando - dalla pioggia alla safety car, tutte cose che bisognava sfruttare perfettamente per annullare il nostro divario dai primi. E ci siamo riusciti quasi fino in fondo”. Sull’asfalto bagnato Alonso è partito magnificamente, superando subito Ricciardo sullo scatto, poi attaccando e scavalcando Vettel alla prima curva e portandosi in 3ª posizione dietro Rosberg e Bottas. Poi Vettel l’ha risuperato presto, ma stavolta la difficoltà del tenere in strada sull’asfalto umido e viscido la macchina ha permesso a Alonso di metterci del suo, come sa fare, e annullare il gap prestazionale delle monoposto. E così Fernando è sempre rimasto in corsa per le prime posizioni invece di subire l’ormai cronico distacco a causa della non competitività della F14 T. La prima safety car non l’ha aiutato, la seconda l’ha riportato nelle posizioni di testa dove stava prima. E poi lui ha preso il rischio di finire la gara con le gomme soft a 30 giri dalla fine. Negli ultimi 15 giri ha tenuto testa a Hamilton alle sue spalle (che aveva però le gomme medie) e alla rimonta di Ricciardo. Con i pneumatici ormai consumati, incapace di girare sotto 1’30” mentre Ricciardo aveva un passo di 3 secondi più rapido, Alonso non ha potuto far nulla per resistere all’attacco in staccata di Ricciardo che poteva godere del vantaggio di godere di un grip maggiore in frenata.

Gomme soft per 31 giri

Tenere la gomma soft per tanti giri, che giro dopo giro si distrugge inesorabilmente e non ti dà trazione in uscita di curva né appoggio nelle frenate violente oltre che sottosterzo nelle curve strette, è un rischio calcolato che solo un grandissimo maestro della guida come Alonso che sa guidare col guanto di velluto poteva prendersi. Mentre chi prima di lui ci aveva provato - soprattutto Rosberg - ha dovuto arrendersi dopo meno di trenta giri e cambiare gomme mentre Fernando ne ha fatti più di trenta. Lui, Alonso, il rischio che ha preso lo spiega così: “Ho azzardato, dovevo rischiare per portare a casa la vittoria e ci siamo andati molto vicini”. D’altronde se Alonso non si fosse preso il rischio e avesse compiuto un ulteriore cambio gomme come Rosberg, come Ricciardo, sarebbe arrivato comunque dietro Ricciardo, che prima del suo ultimo pit stop era comunque in testa alla corsa perché era stato favorito enormemente dalla prima safety car. Quindi inutile oggi mettersi a fare dietrologia dicendo: ”ma se forse...”. Questo podio ungherese è il miglior risultato che Alonso poteva ottenere con l’attuale Ferrari F14 T ed è arrivato non perché la macchina sia diventata improvvisamente più competitiva, ma perché Alonso l’ha portata a limiti impensabili grazie alla propria classe e all’ottima strategia concordata con i box dove evidentemente l’errore incredibile del sabato commesso su Raikkonen ha funzionato come doccia fredda. Alberto Sabbatini

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