Hamilton, Rosberg e il contatto fatale

Hamilton, Rosberg e il contatto fatale
Un incidente di gara, quello al 2° giro di Spa, che potrebbe avere conseguenze molto maggiori di quelle su risultato e classifica

24.08.2014 ( Aggiornata il 24.08.2014 17:10 )

Il Gp Belgio è forse la gara che ha deciso il mondiale 2014, di certo ha rotto quel briciolo di rapporto che ancora esisteva fra Hamilton e Rosberg e rischia di compromettere anche la permanenza di Lewis nella squadra tedesca per il 2015. Ma Rosberg si è anche meritato i rimproveri violenti del suo stesso team per aver fatto fuori in una sola volta Hamilton dalla lotta al mondiale e una Mercedes dalla vittoria pressoché scontata.

Wolff e Lauda l'han presa male

“Una cosa inaccettabile”, ha tuonato a fine corsa Toto Wolff contro Rosberg. E Lauda ha rincarato la dose: “Capisco che è un incidente di gara, ma è colpa di Nico perché era dietro. Non doveva fare una manovra del genere al 2° giro. Fosse stata all’ultimo giro se ne poteva discutere, ma a inizio gara un rischio così no”. Fatto sta che Hamilton ha dechappato subito la gomma posteriore che Rosberg gli ha tagliato e ha praticamente perso lì la corsa dovendo percorrere un intero giro sul cerchio, perdendo circa un minuto dai primi. Rosberg a sua volta ha dovuto cambiare strategia di gara e anticipare il pit stop all’8° giro per sostituire anche il musetto danneggiato dal 2° giro che non gli permetteva di essere veloce come prima in pista. E ha buttato via una probabile vittoria.

Quasi affiancati

La dinamica del contatto però va capita bene per comprendere se è stata una manovra volontaria oppure no. Tutto è accaduto al secondo giro, alla prima curva della esse di Les Combes, in fondo al lunghissimo rettifilo del Kemmel. Hamilton era partito meglio di Rosberg bruciandolo nello scatto da fermo e mettendo anche Vettel fra lui e il tedesco. Poi Rosberg ha ripassato la Red Bull e alla staccata di le Combes ha attaccato all’esterno Hamilton che per proteggersi, come si fa di solito, in frenata si era messo all’interno. In quella posizione non si riesce a voltare forte come chi è all’esterno per cui Nico ha quasi appaiato Hamilton a sinistra, ma Hamilton aveva ancora mezza macchina di vantaggio e Nico non sarebbe riuscito a mettersi del tutto davanti a Lewis nella controcurva successiva. Per cui Nico ha leggermente rallentato lasciando strada a Hamilton per mettersi dietro. Ma nel richiamare la macchina non ha aspettato abbastanza e invece di accodarsi a Hamilton, si è trovato di lato all’altezza delle sue ruote posteriori, e ha pizzicato con l'estremità dell'ala la ruota posteriore sinistra di Hamilton che si è dechappata subito. Hamilton ha finito il giro su tre ruote e un cerchio, non è stato doppiato ma ha perso oltre un minuto e poi cambiata la ruota non ha più recuperato, sfiduciato e con la fiancata danneggiata, viaggiando sempre a ridosso del 15°/16° posto e invocando via radio di potersi ritirare finché il team non lo ha accontentato.

Nessuna investigazione

Rosberg imbarazzato, a fine gara non ha voluto commentare l’episodio: “Prima voglio rivederlo in tv, poi esprimerò un’opinione. Però posso dire che l’episodio non è stato nemmeno investigato dai commissari. Qualcosa vorrà dire, no?”. Ma il pubblico lo ha già condannato fischiandolo sul podio a lungo. Cosa strana, visto che lui è tedesco e in Belgio molti spettatori provengono dalla vicina Germania. Di fatto Rosberg sostiene anche di non aver forzato quella manovra. “Ero molto più veloce di Lewis e ho tentato un sorpasso”. In fin dei conti l’incidente potrebbe essere catalogato come un normale incidente di gara, di quelli in cui non è colpa di nessuno dei due ma le circostanze e la competitività portano due auto a contatto. Come ce ne sono tanti. Quel che è grave - e che Wolff e Lauda hanno voluto condannare - è che è successo tra due compagni di squadra, che di solito dovrebbero fare prima gli interessi del team e non dovrebbero mettere a repentaglio una vittoria di squadra come è successo.

E se non l'avesse evitato?

Però va anche detto che la “toccatina” di Nico potrebbe anche essere stata volontaria, e Rosberg non è nuovo a piccole furbizie per destabilizzare l’avversario, fisicamente e psicologicamente: ricordate l’episodio del dritto a Montecarlo in qualifica che ancora oggi non si sa se fu provocato apposta oppure no? Certo è che l’incidente ha messo psicologicamente ko Hamilton. Che già in cuor suo teme che la squadra non lo protegga abbastanza contro la prepotenza di Rosberg. Hamilton dopo la corsa ha detto: “Adesso la mia mente è infuocata; non è semplice sopportare queste cose ma queste sono le gare e non posso farci nulla. Quello che è successo ha reso il mio campionato più duro ancora”.

Guerra psicologica

Quanto sia a terra psicologicamente Hamilton si capisce dal fatto che si è ritirato volontariamente, anche se lui lo nega pro forma perché n F1 è proibito l’abbandono volontario. Ufficialmente si lamenta di un guasto alla sua Mercedes anche dopo la sostituzione della gomma danneggiata: “Dopo il pit stop ho spinto con tutto quello che avevo, ma il lato sinistro della macchina era totalmente danneggiato, io ci ho messo il cuore eppure non guadagnavo terreno neppure su Grosjean e di solito dovrei essere molto più veloce di lui”. Fatto sta che ora Rosberg ha 29 punti di vantaggio nel mondiale su Hamilton a 7 gare dalla fine. Può ancora farcela, perché se arrivasse sempre davanti a Rosberg, Lewis guadagnerebbe 49 punti, senza contare che l’ultimo GP conta doppio e il distacco primo/secondo ad Abu Dhabi vale 14 punti. Ma Hamilton oltre che pilota velocissimo, è anche molto umorale. Ed è sulla sua debolezza psicologica che punta Rosberg per distruggerlo. Alberto Sabbatini

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