Perché Magnussen l'ha fatta sporca

Perché Magnussen l'ha fatta sporca
Spieghiamo come mai dal punto di vista dei piloti la manovra di Kevin su Alonso sia da censurare

25.08.2014 ( Aggiornata il 25.08.2014 16:42 )

La vera manovra nel Gp del Belgio di Spa su cui si dovrebbe polemizzare davvero non è la toccatina Rosberg-Hamilton ma la violenta "stretta" che ha dato Magnussen ad Alonso per portarlo sull'erba in pieno rettifilo. Il contatto fra Lewis Hamilton e Nico Rosberg è stato ingigantito nelle polemiche sia per le conseguenze dirette sulle vetture, sia perché si tratta di compagni di squadra e pretendenti al titolo 2014. Ma l'episodio in sé è un normale incidente di gara. L'altro episodio discusso invece on è stato forse valutato appieno nelle sue gravità e pericolosità, dagli appassionati alla TV. Parliamo di quando Kevin Magnussen a tre giri dalla fine ha allargato sull’erba Fernando Alonso nel rettilineo di Kemmel per impedirgli il sorpasso. Una manovra di cui parliamo anche qui e che nel dopogara è stata sanzionata dagli ufficiali di gara (fra i quali il nostro Emanuele Pirro). alonso erba magnussen Premettiamo che fino a quel momento le manovre difensive di Magnussen erano state sì dure, ma inappuntabili, anche se Alonso in un’occasione alla Rivage se n’è lamentato con un gesto stizzito della mano. Ma dopotutto in curva “esistono” le traiettorie, e ogni pilota sa benissimo che se cerca di resistere (o addirittura superare) all’esterno, in uscita di curva chi si trova all’interno allargherà anche solo per questioni cinetiche e di forza centrifuga per chiudergli la strada.

Traiettorie non obbligate

A Kemmel, invece, ci troviamo in pieno rettilineo (per di più bello lungo) a oltre 320 km/h per cui le “linee” scelte sono semplicemente volute dai piloti. Quel che è successo è che Alonso aveva "puntato" la destra di Magnussen, che una volta accortosene ha piegato verso quel lato, più di quanto non avesse già fatto per doppiare Ericsson davanti a lui. Ora, a parte che si trattava di un secondo potenziale cambio di traiettoria (non ammesso dal regolamento), il fatto è che a quel punto Alonso aveva già infilato il muso (e subito dopo anche le ruote anteriori) quindi non poteva più incrociare la traiettoria sull’altro lato. Inoltre, sempre per regolamento, quando l’avversario ha “una porzione di macchina” dentro e dunque non sei completamente davanti, non hai più il cosiddetto “diritto di traiettoria” e gli devi lasciare spazio. Cosa che Magnussen non ha fatto, e già questo taglierebbe la testa al toro, giustificando le sanzioni successive. Le foto che seguono tratte dalla camera car di Alonso sono esplicative. contatto Alonso-Magnussen 01 contatto Alonso-Magnussen  02 contatto Alonso-Magnussen  03 contatto Alonso-Magnussen  04 Tuttavia, a nostro parere tutto questo non basta a far capire - e infatti pare che non tutti l’abbiano colto - quanto l’azione di Magnussen sia stata scorretta e pericolosa. Al di là di speciose questioni regolamentari. Non è un caso che, per esempio, tutti i piloti chiamati a commentato l’accaduto abbiano parlato senza mezzi termini di “manovra sporca” e non di “manovra irregolare”. Perché un po' l’abilità di Alonso, un po' la regolarità geometrica del prato a bordo pista, un po' l’assenza di un contatto diretto fra le monoposto e “last but not least” una bella dose di fortuna, hanno fatto si che questa escursione a 320 orari si sia risolta con un nulla di fatto (a parte aver propiziato il sorpasso di Button); ma le conseguenze avrebbero potuto essere drammaticamente peggiori, a quella velocità. Una intraversata di Alonso sull'erba, col guard rail a pochi metri che l'avrebbe fatto rimbalzare in ipata di traverso avrebbe creato un incidente drammatico specie considerando che in quel  momento subito dietro c'erano anche Button e Vettel. Non mancano gli esempi anche in categorie inferiori.

È come zigzagare

Oltre alla pericolosità, ci sono altri fattori che fanno ritenere praticamente “immorale” un simile comportamento per chi le piste le vede dal lato del volante. Infatti è normale che per superare qualcuno in rettilineo lo si affianchi dopo avergli preso la scia: ma a quel punto, se prima di essere del tutto appaiati, chi sta per essere superato si sentisse in diritto di deviare fino a bordo pista, ovviamente equivale a buttare fuori l’avversario o costringerlo a frenare. Ma a quel punto allora non si passa più, esattamente come se fosse concesso zigzagare da una parte all’altra della pista. Infatti i piloti equiparano in toto i due comportamenti, zigzagare e stringere: scorrettezze inaccettabili. Tant’è vero che, se stai subendo questo atteggiamento difensivo oltremisura, i piloti considerano moralmente lecito dare una botta sul posteriore dell’avversario mandandolo in testacoda (se ci riesci…). È per tutti questi motivi che il regolamento vieta tali manovre, non per sofismi burocratici. Detto questo, ci sta che il pilota davanti cerchi di intimidire quello dietro, deviando il più possibile fino a lasciargli giusto lo spazio in larghezza della macchina. Ma con certi piloti determinati (com'era Senna, com'è Hamilton, com'è Alonso da Oviedo) certe intimidazioni non hanno effetto. Tanto è vero che il ferrarista, ha insistito imperterrito a pieno gas finché non si è trovato fuori dall’asfalto; tanto che sull’abbrivio è arrivato addirittura a affiancare la McLaren quando era già interamente sull’erba! Il fatto è che ti accorgi che quello davanti non ti ha lasciato lo spazio dovuto (per regolamento e per correttezza) solo quando ormai è troppo tardi. E chi pensa: c'era il tempo di reagire, ricorriamo che a quella velocità si percorrono 90 metri al secondo, vale a dire che nel normale tempo di reazione (2/3 decimi) si sono già coperti più di venti metri, cinque volte la lunghezza della monoposto...

Penalizzazione e precedenti

Insomma, posto che Magnussen in questo caso si è fatto un po’ sopraffare dall’istinto e che quasi sicuramente riteneva Alonso ancora del tutto dietro, queste manovre non si fanno, non sono ammesse (e non lo sono mai state) né dal regolamento né dalla morale dei driver, sono bruttissime e pericolosissime e vanno condannate. Ci sta dunque tutta la penalizzazione: un drive-through commutato a GP già finito in 20 secondi di aggiunta sul tempo di gara, che oltretutto ha colpito abbastanza pesantemente il danese facendolo arretrare nella classifica ufficiale da 6° a 12°. Del resto non mancano i precedenti in cui i commissari sanzionarono il colpevole: si pensi agli episodi al curvone di Monza qualche anno fa fra Vettel e Alonso (lì non c’è una traiettoria obbligata e si fa quasi come un rettilineo) ma probabilmente quello più calzante avvenne fra Michael Schumacher e Rubens Barrichello nel 2010 lungo il rettilineo di partenza dell’Hungaroring. In quell’occasione (in basso la sequenza fotografica) il tedesco si spostò completamente a destra per difendersi dal brasiliano ancora non completamente appaiato, tanto che se ad un certo punto non fosse finito il muretto dei box, entrambi avrebbero spiacciccato lì la gara (e forse anche la carriera…). L’asfalto subito dopo permise a Barrichello di completare il sorpasso nonostante lo spavento: pure in questa occasione tutto avvenne sul filo dei 300 km/h e con un po’ d’ingenuità da parte di chi era davanti, per non aver valutato correttamente la posizione dell’avversario “fuori dagli specchietti” (su una F1 sono un po’ differenti da quelli di un camper…). In quel frangente, Schumi “guadagnò” una penalizzazione di 10 posti in griglia nel GP successivo. Maurizio Voltini Schumi_Rubens1  Schumi_Rubens2 Schumi_Rubens3  Schumi_Rubens4 (foto: sutton-images.com)

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