Caso Rosberg-Hamilton, parlano i piloti

Caso Rosberg-Hamilton, parlano i piloti
Le dichiarazioni di molti addetti ai lavori. La gestione di due compagni di squadra è un tema che storicamente divide a metà il paddock

26.08.2014 ( Aggiornata il 26.08.2014 13:25 )

A conferma che la gestione di due compagni di squadra è un tema che storicamente divide a metà il paddock, sono arrivate le dichiarazioni di molti addetti ai lavori, per lo più piloti, che hanno detto la loro sul caso Rosberg-Hamilton. Jenson Button, ex compagno di squadra di Lewis Hamilton, è convinto che l’incidente avvenuto tra i due a Spa avrebbe meritato di essere analizzato meglio dalla direzione-gara. «Non c’è stato alcun provvedimento – ha commentato Button – e questo non mi trova d’accordo. Ho sempre detto che il pilota che vince il campionato del mondo di Formula Uno è quello che nell’arco della stagione ha fatto il miglior lavoro nei weekend di gara, ma al momento in questo mondiale non mi sembra così». «E' un peccato che questo non sia un confronto del tutto pulito – ha proseguito il campione del mondo 2009 – e credo che il motivo sia dovuto alla pressione che sta sentendo Rosberg, per la prima volta in corsa per il tiolo mondiale». Di diversa opinione David Coulthard, che è su una posizione molto più cauta nei confronti di Nico. «Non si può realisticamente credere che un pilota esegua quella manovra per causare una foratura – ha commentato l’ex F.1 – nella mia carriera mi sarà accaduto una decina di volte di commettere quell’errore e sono sempre stato io a rimetterci l’ala anteriore. Credo che i commissari abbiano operato correttamente». «Più che intenzionale – ha proseguito Coulthardla manovra di Rosberg mi è sembrata goffa. Ma c’era un approccio di ostinazione in quello che ha fatto Nico. Ripensandoci, è stato ridimensionato da Lewis in Bahrain, ed anche in Ungheria, e forse ha sentito il bisogno di dimostrare che non ci sarebbe stato una terza volta». Coulthard ha ricordato anche quello che è accaduto in qualifica a Montecarlo. «Se accadrà una terza scorrettezza potremmo cominciare a considerarlo un pilota simile al suo ex compagno di squadra Michael Schumacher, che per vincere si è spinto molto al limite». Pragmatico, come vuole il suo stile, è stato invece Gerhard Berger. «La colpa è di Nico – ha commentato – ma credo sia un incidente di gara. Abbiamo visto molte volte dei soprassi in quel punto, quindi credo che debba essere giudicato come un incidente di gara, e non come una mossa suicida come ha detto qualcuno. E se è accaduto nel secondo giro anziché nel trentesimo, non importa. Se un pilota vede che si può provare, ci prova, ed è quello che i fan vogliono vedere». Opinione interessante anche quella di Derek Warwick, che vede il problema più come una complicazione interna al team Mercedes che alla FIA: «Non credo che la soluzione debba arrivare dal collegio dei commissari sportivi, ma dai briefing interni al team». E la FIA che dice? Un portavoce della federazione Internazionale ha rilasciato una dichiarazione alla testata britannica Daily Mail: «La FIA non è intervenuta e non interverrà su quanto accaduto a Spa. Solo se ci fossero dei nuovi elementi saremmo in dovere di rianalizzare i fatti. Un commento che si sostiene essere stato fatto in una briefing interno alla squadra, e poi successivamente negato dal team stesso, non costituisce un 'nuovo elemento' che giustifichi l’apertura di un’inchiesta». Il titolo di coda va a Bernie Ecclestone, la cui dichiarazione è stata riportata da un’agenzia indiana: «Quello che è accaduto ha creato molto interesse, ed è molto buono per il nostro sport». Roberto Chinchero

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