F1, Furbatto racconta Ricciardo

F1, Furbatto racconta Ricciardo
L’ex progettista della Toro Rosso sorpreso dalle qualità di analisi e memoria di Daniel al debutto

02.09.2014 ( Aggiornata il 02.09.2014 18:02 )

Daniel Ricciardo “svelato” da chi lo conosce bene: Luca Furbatto, ultimo progettista italiano in F.1: «Incontrai Daniel alla fine del 2011 alla Toro Rosso. Sembrava un teenager, con l’apparecchio per i denti. Nei test invernali mi colpì il feedback che era in grado di dare alla squadra. Era incredibile nel ricordarsi il comportamento della macchina anche dopo ore. A 300km/h aveva l’intelletto ed il tempo per pensare alla gestione vettura, qualità tipica dei grandi. Ho lavorato con Villeneuve, Hakkinen, Coulthard, Raikkonen, Alonso, Hamilton, Button, Montoya. Mentre alcuni erano di poche parole (Kimi, Mika, Villeneuve), Daniel mi ricordò la versione esasperata di Coulthard... che già parlava molto! L’altro pilota (Vergne) era molto limitato nel feedback, quindi Daniel è sempre stato il punto di riferimento. Mi era capitato che piloti in grado di dare tante informazioni non fossero poi veloci. Ma il dubbio sparì presto: il giro di qualifica in Bahrain 2012 (sesto tempo) lasciò tutti a bocca aperta. C’era tuttavia una debolezza: la gestione della primissima parte di gara. Spesso partiva male, o perdeva posizioni nel 1. giro. Spessissimo anticipava la staccata della curva 1 perché frenava come se arrivasse lanciato, mentre al primo giro avrebbe potuto permettersi di frenare dopo. Nella stessa gara, Bahrain 2012, al via perse forse 7-8 posizioni e fu inconsolabile a fine gara, arrabbiato con se stesso. Altro difetto era l’ingresso nei pit-stop: tendeva ad andare da una parte o arrivare corto o lungo di 40 cm. Nei test invernali 2013 si presentò molto più determinato. Forse era stato informato da Mark Webber della possibilità Red Bull, ma era chiaro che era maturato in fretta. Lo si vedeva nel retro box fare esercizi di concentrazione e potenziamento, cosa che prima non faceva. Il suo feedback si era ridotto un pochino ma era diventato più pungente nel dare priorità sullo sviluppo. Negli ultimi giri ora usava via radio frasi tipo “Understood. No more talking from now on”, “cioè: capito, da qui in avanti non parliamo più”». L’articolo completo (e una lunga intervista a Ricciardo) dell’inviato Alberto Antonini lo potete leggere sul numero di Autosprint in edicola da martedì 2 settembre. furbatto

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