Dal nostro inviato a Marina Bay (Singapore): Alberto Antonini
“Mi sembra un gran casino”.
Felipe Massa scuote la testa, e sono in tanti a essere perplessi nel paddock di
Singapore, dove una bava di vento attenua la calura pomeridiana. Il
divieto alle comunicazioni radio imposto - all’improvviso - dalla Fia sta facendo discutere prima ancora che entri ufficialmente in vigore, a partire dalle prove libere delle ore 18 (le 12 ora italiana).
Sulla carta, la distinzione è abbastanza semplice:
le informazioni “tecniche” sono vietate,
quelle “sportive” consentite.
Divieto assoluto di trasmettere messaggi in codice, via radio ma anche dal muretto box. Ma la pratica è un’altra cosa: che succede se un pilota va
in crisi con le temperature dei freni? Non è un caso ipotetico, perché è capitato a Monza ed è facilissimo che ricapiti qui a Marina Bay, pista dalle staccate non violente ma continue.
“Ci sono funzioni come quelle relative ai parametri dei freni che i piloti non possono visualizzare”, dice il rappresentante di un team.
“Dobbiamo giocarci una gara perché non possiamo comunicare un allarme al pilota?”. I team dividono i dati in tre gruppi:
prestazione, gestione gara, affidabilità. I primi due ricadono nele categorie indicate dalla Fia, quindi rispettivamente proibiti e consentiti. Il terzo gruppo è totale “zona grigia”.
A complicare le cose, il fatto che non tutte le vetture usano il grande display sul volante messo a disposizione dalla Mes.
Red Bull e
Williams, per esempio, non ce l’hanno. E questo complica le cose per il pilota, perché non può richiamare e visualizzare facilmente i parametri che gli interessano, ma deve accontentarsi del piccolo indicatore sulla centina della scocca.
In attesa di ulteriori chiarimenti (che non mancheranno di sicuro), il clima è caldo. E non solo per la temperatura.
I messaggi radio permessi e quelli proibiti sono nell'articolo precedente