Perché Ferrari rinuncerebbe ad Alonso

Perché Ferrari rinuncerebbe ad Alonso
Un estratto da Autosprint in edicola in cui esaminiamo le ragioni della crisi fra pilota e squadra che potrebbero portare alla sostituzione di Fernando

30.09.2014 ( Aggiornata il 30.09.2014 13:56 )

Vi proponiamo un estratto da un articolo su Autosprint n.39 in edicola dove esaminiamo le ragioni della crisi Alonso-Ferrari. L'articolo completo sul numero in edicola da martedi 30 settembre. Perché la Ferrari sarebbe disposta a rinunciare ad Alonso? Per diversi motivi. Ma prima di analizzarli mettiamo in fila i fatti. Dopo Singapore, le dichiarazioni di Marco Mattiacci ("c’è una discussione in corso, su come definire il rapporto") hanno gettato altra benzina sul fuoco. Dalla parte del pilota c’è stato silenzio, ma nell’entourage di Fernando c'è ormai una convinzione: che la Ferrari sia disposta a liberarsi del pilota che da cinque stagioni è la sua bandiera. Alonso non rientra nei piani della nuova dirigenza Ferrari. Dopo Domenicali, Marmorini, Montezemolo potrebbe toccare a lui. E se si mettono in successione i vari siluri, e i vari bersagli, tutto sembra rientrare in una certa logica. La “nuova” Ferrari non vuole avere legami con la vecchia. Tutti gli uomini della precedente gestione sotto esame. E non esiste più qualcuno che sia talmente prezioso da risultare irrinunciabile. Ma perché mai anche Alonso è diventato uno “non indispensabile”, per usare le parole di Marchionne su Montezemolo? Primo, come detto, perché Fernando rappresenta la continuità con un passato che il nuovo corso di Maranello intende disconoscere. Secondo, perché ha richieste economiche molto elevate, dopo la scadenza naturale del suo contratto che - ricordiamo - resta valido, salvo revisioni, fino alla fine del 2016. Terzo, perché evidentemente la Ferrari pensa di avere l’alternativa a portata di mano, “reperibile” in qualsiasi momento. E questo anche se Sebastian Vettel, solo pochi giorni fa, ha ribadito alla stampa tedesca che nel 2015 guiderà ancora per la Red Bull. Il rendimento di Fernando Alonso non si discute. In 5 anni di Ferrari finora ha disputato 91 Gp, di questi ne ha vinti 11, cioè una vittoria ogni 8 gare mediamente - forse meno delle attese - ma la sua regolarità è stata impressionante: è andato 44 volte a podio - praticamente una votai ogni due gare - e ha conquistato 1162 punti iridati. Battendo complessivamente in qualifica 71 a 20 il suo compagno del momento, da Massa a Raikkonen. Ma questo non basta, a quanto pare, a far sì che la squadra sia disposta ad affidarsi ancora a lui. Uno dei motivi del dissenso, forse il più importante, non riguarda i soldi ma le garanzie tecniche. La Ferrari non si è sempre mossa nel migliore dei modi, in questo senso, sul mercato degli ingegneri. Alonso avrebbe voluto Pat Symonds, già tecnico di pista di Michael Schumacher in Benetton e poi capo degli ingegneri alla Renault all’epoca del famoso caso-Singapore del 2008. Anche per questo, o proprio per questo, la Ferrari non lo “comprò” a Fernando, che lo avrebbe voluto in squadra. Riabilitato dalla Fia, dopo un breve purgatorio alla Marussia Symonds è oggi il direttore tecnico della Williams che sta battendo la Ferrari nella lotta al terzo posto del Costruttori. Invece di quel Pat, a Maranello ne presero un altro di nome Pat: il Fry della McLaren. Che però non ha brillato nel compito di direttore/supervisore tecnico. Insomma, come quelle squadre di calcio che continuano a cambiare allenatori - e a pagare anche quelli vecchi - la Ferrari ha spesso toppato sul mercato dei tecnici. E sono cose che a Fernando hanno dato fastidio, perché andavano contro il suo volere, e perché così lui vedeva, anno dopo anno, disgregarsi il potenziale tecnico della squadra. Per contro, la Ferrari gli rinfaccia (adesso) il fatto di “non essere stato davvero un uomo-squadra”. (continua…) Alberto Antonini L'articolo completo su Autosprint n.39 in edicola da martedi 30 settembre Cop_AS-39

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