Analisi GP Russia: la gara dei valori

Analisi GP Russia: la gara dei valori
Quella di Sochi è stata una gara “semplice” che per questo ha mostrato molte cose altrimenti meno evidenti

12.10.2014 ( Aggiornata il 12.10.2014 22:14 )

Quella di Sochi è stata una gara che potremmo definire “semplice”, anche se sappiamo benissimo come tanti spettatori la bollerebbero semplicemente come “noiosa”. Eppure qualche sorpasso c’è stato, ma a mancare sono stati piuttosto elementi che solitamente rimescolano un po’ la situazione in pista, come la safety car oppure pit-stop più numerosi. Perché la Pirelli potrà forse essere criticata da tanti punti di vista, ma quando i piloti si sono visti costretti a 3 o più cambi gomma, le gare sono effettivamente diventate abbastanza vivaci. Quando invece, come in questo caso, la strategia è stata limitata a una sola sosta per sostituire i pneumatici (pur con varie modalità), l’effetto è stato del tutto opposto. È appena il caso di rilevare come anche Monza - pure lì con la generalizzazione della sosta unica - abbia avuto lo stesso (scarso) effetto scenico di Sochi sugli spettatori. Però c’è un vantaggio… analitico: una gara di questo genere non permette di mascherare con le strategie quelli che sono i veri valori delle monoposto in campo. Soprattutto, non si riescono a coprire certe manchevolezze. Così la McLaren ha per esempio dimostrato che quando riesce ad allestire una macchina decente, entrambi i piloti sono in grado di fare una bella gara con un risultato finale altrettanto decente. Il 4° posto di Jenson Button e il 5° di Kevin Magnussen fanno capire che entrambi potrebbero essere adeguati anche alla prossima stagione motorizzata Honda, se l’iride 2009 dell’inglese non fosse in qualche modo misconosciuto. Eppure (sebbene siamo d’accordo non dipendesse solo dal pilota) la stessa squadra, alla quale l’anno successivo è stata appiccicata una stella, ci ha messo 4 anni per tornare al titolo… Passando appunto alla Mercedes, anche qui la “trasparenza” della gara e certe necessità contingenti - come quella di recuperare dal fondo di Nico Rosberg - hanno dimostrato il vero valore (leggasi: sfacciata superiorità) delle W05. Non solo il tedesco ha potuto ripassare tutti senza stressare più del dovuto l’unico set utile di pneumatici, ma sul finire è stato pure “tranquillizzato” dai box a titolo precauzionale, con  Bottas da tener d’occhio e Hamilton irraggiungibile. E passando alla gara di Lewis si arriva all’imbarazzo tecnico (per gli altri) poiché ha dimostrato di poter fare quello che voleva, anche reagire all’arrivo di Rosberg, e soprattutto che nonostante il passo vincente è stato quello che ha dimostrato di soffrire meno di tutti i problemi di consumo carburante. Come ha confessato lui stesso, “non ho dovuto tirare, per cui…”. Mortificante, roba che ci sarebbe da piantare lì tutto, se non fosse per questioni contrattuali, di immagine e di tradizione (e forse anche perché per certi team, andarsi a scontrare con Audi, Porsche e Toyota sarebbe pure peggio…). Meno brillante del solito la gara delle Red Bull (come tutte le squadre non motorizzate Mercedes, per via dei consumi) fra cui anche stavolta sono riusciti ad adottare una tattica meno efficace con Vettel. Ma sono piuttosto le manchevolezze delle Ferrari ad essere apparse in modo più evidente. Senza la possibilità di tattiche a rimediare, ci si è affidati ai piloti, ma anche la buona partenza di Fernando Alonso non è stata sufficiente a metterci una pezza (sorvolando sul pasticcio ai box). Pure Kimi Raikkonen era partito con le migliori intenzioni, ma uscito dalla top ten per non schiantarsi contro una Toro Rosso, non ha potuto scavalcare i limiti della F14 T, più ancora degli avversari diretti. Perché su un tracciato dove si supera solo in fondo ai rettilinei, se ti viene a mancare la velocità massima puoi fare ben poco. E se fosse un problema di “motivazione” come al finlandese viene contestato da qualcuno (che ovviamente non ha idea del perché un pilota faccia questo anziché giocare a bocce) quanto “motivante” può risultare che contemporaneamente ti dicano via radio di non “pestare” perché hai problemi di consumo? Insomma, la graduatoria finale è stata stavolta rivelatrice più del consueto, seppure a scapito dello spettacolo. Ha dimostrato che quello delle Toro Rosso in qualifica è stato più un exploit, magari dovuto proprio ai driver o a certe scelte tecniche. Perché poi in gara "JEV" Vergne è stato penalizzato anche più di Kimi dall’eccesso di consumo; in più Daniil Kvyat è stato oggetto di problemi di sfruttamento dei pneumatici. Infine la Williams ha evidenziato ancora una volta in positivo il suo potenziale, pure se con Massa avrebbe potuto fare di più: ma c’è sempre un elemento che non “quadra” per il brasiliano, perché se la scelta strategica di fermarsi subito (nonostante avesse già recuperato parecchie posizioni) poteva rivelarsi valida, col senno di poi sarebbe però stato meglio a… mescole inverse, cioè partendo con le soft e poi tirando il resto del GP con le medie (evitando un'altra sosta). Invece era il contrario, e non poteva certo fare la stessa percorrenza di Rosberg però con gomme più morbide. Riprovaci, Felipe, sarai più fortunato. Forse… Maurizio Voltini

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