Già dopo le prove, era stato evidente a
Sochi che le
Pirelli portate per l’occasione (
medium bianche e soft gialle) avevano una durata ben superiore alle previsioni. Tanto che lo stesso costruttore di pneumatici indicava come tattica più veloce, per la gara, quella con
un solo pit-stop, raccomandato intorno al 34° giro per chi partiva con le soft. Solo che, per i primi che partivano con il set utilizzato (parecchio) in qualifica, c’è stata la necessità di anticipare leggermente il cambio. Sembra che i 5-6 giri fatti nelle prove per lo schieramento, in modo da avere le gomme a regime, avessero inciso un po’ sulla durata.
Inoltre le
Pirelli medie hanno mostrato un rendimento inaspettato alla vigilia. Pur considerando l’indubbio contributo della sua monoposto, la prestazione di
Rosberg che ha condotto ben
52 giri (oltre 300 km) con un solo set di “bianche” arrivando secondo, resta notevole. E va aggiunto che pure
Ricciardo ha sfruttato questa mescola per 42 giri consecutivi (sosta all’11° giro) riuscendo a precedere il compagno di squadra
Vettel, che invece ha forzato in senso opposto fermandosi solo al 30° giro. Il tedesco era tuttavia partito con gomme nuove (“grazie” all’esclusione dalla Q3 in qualifica) ma evidentemente questo fattore è stato sovrastimato dal team.
Dunque se guardiamo i primi al traguardo si conferma come la tattica preferita sia stata su
un solo pit-stop in cui sostituire le gomme soft usate dal via con quelle medie. Ma non tutti hanno scelto questa strategia in tema di gomme. Per esempio le
Force India sono partite con le gomme medie, sostituite poi con le soft, così come una delle
Sauber (quella di Sutil). Una scelta che poteva privilegiare la velocità e il minor degrado della mescola più morbida a pista più gommata. Ma il comportamento del
tracciato di Sochi non è stato quello solito di altre piste, e così possiamo vedere come
Perez e Hulkenberg non siano andati più in là del 10° e 12° posto rispettivamente (
Sutil addirittura 16°).
Più drastica la scelta alternativa di
Massa, che ha effettuato
due soste. Oltre a lui l’hanno fatto solo
Kvyat (che però aveva altri problemi) ed
Ericsson (che però purtroppo per lui non fa molto testo). Per Felipe è stata adottata una strategia coraggiosa:
fermarsi al primo giro per sostituire le teoricamente lente medie del via, evitando così il traffico iniziale per fare tutto il resto della gara con le più veloci soft. In effetti il brasiliano della Williams stava tenendo
la scia di Rosberg in rimonta, finché non si è fermato al 27° giro per mettere altre gomme soft. Una
perdita di tempo che alla fine non gli ha permesso di finire meglio che 11°.
Considerando che
Sutil è stato in grado di percorrere
40 giri con le “gialle”, ovviamente sarebbe stato interessante vedere se anche
Massa sarebbe stato capace di uno stint unico di 52 giri come Rosberg, però con la
mescola più morbida. Ma altrettanto ovviamente il team non se l’è sentita di azzardare così tanto, programmando la sosta a metà senza aspettare di vedere come si sarebbero comportate le gomme. Così alla
crew di Massa resta solo la soddisfazione di aver effettuato
il cambio gomme più rapido di questa gara, impiegandoci giusto 2,3 secondi.
Notiamo infine come il più veloce nell’arco dell’intera percorrenza della pit-lane in occasione del cambio gomme,
Magnussen, ci abbia messo 29”736.
Un’eternità rispetto ai poco più di 20 secondi necessari su altre piste. Questo anche perché la velocità massima di percorrenza della corsia box è stata
abbassata da 80 a 60 km/h per motivi di sicurezza, a Sochi. Unitamente al fatto che poi le gomme nuove ci mettevano qualche giro ad entrare in temperatura e funzionamento ottimali, è questo il motivo per cui un pit-stop rappresentava una
considerevole perdita di tempo e dunque ne veniva sconsigliato uno in più del necessario.
Maurizio Voltini