Analisi gara: ha vinto il migliore

Analisi gara: ha vinto il migliore
Vincendo il GP conclusivo, Hamilton ha coronato un titolo indubbiamente meritato. E anche altri possono dirsi soddisfatti della gara. Meno la Ferrari

23.11.2014 ( Aggiornata il 23.11.2014 20:30 )

Il mondiale 2014 è finito. Ma soprattutto è finito “nel modo migliore”. Vale a dire con una gara che ha premiato anche sul podio il vincitore finale, un meritevolissimo Lewis Hamilton, e che ha offerto allo sconfitto Nico Rosberg la scusa di una vettura che l’ha abbandonato prima al momento dello scatto e poi gli ha decurtato qualcosa come 150 “cavalli elettrici”. Insomma, una pena da guidare anche se lui l’ha sopportata fino al traguardo, peraltro mettendosi alle spalle altri tre piloti oltre a quelli ritirati. Dunque il campionato 2014 ha giustamente incoronato Lewis, come del resto vorrebbe la logica del pilota più forte sulla macchina più veloce. Da parte sua Nico ha dimostrato di poter lottare con cotanto compagno di squadra (e già questo non è poco) quantomeno quasi alla pari (11 pole contro 7 vorrà pur dire qualcosa) e oltretutto che non è poi stato avvantaggiato così tanto dalle avarie Mercedes, visto che fra l’altro questa vale doppio (almeno come punteggio). Non osiamo immaginare cosa sarebbe successo a ruoli invertiti, dal punto di vista delle reazioni di certi tifosi complottisti, ma in questa maniera può tutto rientrare in quel “nel modo migliore”. Anche perché così Rosberg potrà iniziare la prossima stagione senza polemiche sterili e distruttive. Hamilton_Ferrari È il modo migliore anche per una squadra degna come la Williams, che corona il terzo posto nel “Costruttori” con un ammirevole podio, pur se solo sui gradini laterali. Risultato che premia a dovere anche i due piloti, con un Felipe Massa ritrovato - a dimostrare che nulla motiva un pilota come una macchina decente - e un brillante Valtteri Bottas che oltretutto agguanta il 4° posto finale in classifica, dimostrando di essere ormai qualcosa di più di una sorpresa. Ma sempre in tema di rivelazioni stagionali non possiamo certo evitare di parlare di Daniel Ricciardo, anche qui superlativo: un 4° posto in gara che già di per sé sarebbe significativo; se poi valutiamo che l’ha ottenuto partendo dalla pit-lane… Il che dovrebbe far capire che alla Red Bull hanno qualcosa di più di certi marchingegni sospetti. Nondimeno sarebbe meglio evitassero di mettersi in certe situazioni: farsi trovare con le dita nella marmellata non aiuta a darsi credibilità. Che in questa occasione va invece ai commissari tecnici, i quali non si sono accontentati delle normali verifiche standard sulle ali e hanno trovato un inghippo in più. Fra l’altro proprio la rimonta di Ricciardo ha offerto uno dei momenti più interessanti della gara, quando ha duellato con Jean-Eric Vergne. Una battaglia molto corretta ma in cui nessuno dei due si è esentato dal dare il massimo o fare sconti, col francese che ha restituito tutto il restituibile per varie curve, anche se l’epilogo era abbastanza ovvio. Piuttosto, il fatto stesso che Vergne si sia permesso di “disturbare” il pupillo del vivaio Red Bull, la dice probabilmente lunga sul fatto che non tema ripercussioni essendo già - ipotizziamo - “defenestrato” dalla Toro Rosso. È noto infatti come questi “sgarbi” siano poco graditi nell’ambiente austriaco che raggruppa le due squadre. Registrando come sarebbe dunque un peccato non ritrovare più JEV l’anno prossimo in F1, ecco che il discorso va automaticamente a un’altra bella gara di oggi: quella di Jenson Button. Anche per lui potrebbe trattarsi dell’ultima in Formula Uno, ma di sicuro gli permetterebbe di uscire a testa alta. Infatti ha sempre ottenuto il massimo dalla sua McLaren su una pista comunque infida, arrivando ottimo 5° senza nessuna stranezza strategica se non aver anticipato un poco i pit-stop. Un piccolo azzardo strategico ha aiutato invece la Force India a finire in modo decoroso la stagione, piazzando Nico Hulkenberg 6° e Sergio Perez 7°. Partiti entrambi con le Pirelli più dure, i due hanno condotto una gara senza sbavature, eccettuata una toccata al via da parte del tedesco con Magnussen che gli ha fatto comminare 5 secondi di stop&go. Visto che nella rimonta finale con le gomme più soffici è arrivato a meno di 2 secondi da Button, è una cosa che poteva fare differenza, ma comunque il risultato è buono e non avrebbe fatto effetto in campionato, dove Hulkenberg è giunto 9° proprio dietro a Button. La medesima strategia gommistica non ha permesso a Vettel di fare più dell’8° posto, peraltro proprio a ridosso di Perez. Sempre davanti alle Ferrari, però. Che nonostante una bella partenza, alla fine si devono accontentare delle posizioni che avevano ottenuto in qualifica prima dell’arretramento Red Bull. Kimi Raikkonen ha un po’ lottato inizialmente con le gomme, più che con gli avversari; mentre dopo l’astuzia del sorpasso per presentarsi primo al cambio gomme, Fernando Alonso ha dovuto prendere atto che forzando di più incorreva solo in errori: dunque gara davvero poco entusiasmante per entrambi. Volendo vedere il lato positivo, il “modo migliore”, diciamo che sebbene la matematica non ci supporti, questa è parsa una situazione da “raggiunto il fondo si può solo risalire”, pur incrociando le dita di non essere smentiti a Melbourne. Perché ora ci aspettano tre mesi e mezzo di sosta che permetteranno ai protagonisti di “ricaricare le batterie”, ai tecnici di trovare il modo di colmare il divario dalla Mercedes (o almeno ridurlo), agli appassionati di far sentire la mancanza della F1 nonostante adesso la ritengano noiosa, e soprattutto daranno il tempo di risolversi a certe questioni rimaste aperte. Come chi guiderà la McLaren, e così via… giusto per tener vivo l'interesse. Maurizio Voltini

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