F1, stop al festival dei caschi

Si attendevano ben altre decisioni dalla Commissione F1 riunitasi a Ginevra martedì, che non quella sui caschi dei piloti. L’ultima trovata – che dovrà essere sottoposta al World Motorsport Council per essere ratificata ed entrare in vigore – riguarda l’obbligo di gareggiare con lo stesso disegno di casco per l’intero campionato. Sì, avete capito bene: niente 96ma grafica diversa per Vettel, che fortunatamente nell’ultima scelta ha centrato un bel design. C’era bisogno di una tale decisione? Ironizzando si potrebbe pensare che per non rendere completamente inutile la riunione di Ginevra, la Commissione F1 doveva pur partorire qualche idea “geniale”. Se il look più accattivante delle monoposto non ha trovato via libera, tutti d’accordo sul rendere riconoscibili i piloti nell’arco del mondiale. Non è ancora chiaro se verranno concesse deroghe per specifiche iniziative, pensiamo ai caschi poi andati all’asta e il più delle volte sfoggiati a Montecarlo. Insomma, scongelato lo sviluppo delle power unit si sono congelati i caschi. La volontà di legare un pilota a un disegno in realtà va in una direzione ben precisa, la stessa che ha portato all’introduzione dei numeri fissi assegnati lo scorso anno: si vuole rendere la Formula 1 un prodotto migliore da vendere. La deriva presa da un po’ di campionati a questa parte in effetti era apparsa eccessiva, se si pensa ai caschi storici che hanno contrassegnato le epoche passate. Immaginare un pilota che cambiava disegno era qualcosa di impensabile, non ultimo per ragioni scaramantiche, alle quali evidentemente non ha mai prestato attenzione Vettel, recordman di novità in tema di elmetto. La polemica tra favorevoli e contrari alla decisione di Ginevra è già partita sui social network, l’ultima parola spetta ora alla Fia. f.p. 

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