Arrivabene incazzato: eravamo da podio

Arrivabene incazzato: eravamo da podio
Così il team principal Ferrari dopo le qualifiche di Melbourne con Vettel 4° e Raikkonen 5°

14.03.2015 ( Aggiornata il 14.03.2015 10:13 )

Maurizio Arrivabene ha assunto lo stile Marchionne: attacca con grinta, morde, graffia. Uno si aspettava la Ferrari contenta per il 4° e 5° posto e lui invece che ti dice? Che è “incazzato”. Testuale. Alla stampa non ripete questa parola e usa toni più cauti parlando con i giornalisti nel paddock, ma l’espressione gli sfugge davanti ai microfoni della tv. Ed è sorprendente. Ma perché Arrivabene si dice “incazzato”? “Sono incazzato perché potevamo essere messi meglio. Oggi vedere alla fine le due Ferrari in seconda fila poteva essere realtà”. Arrivabene non ce l’ha con i piloti: è deluso perché la squadra secondo lui è stata troppo prudente nella gestione delle gomme soft per la qualifica. “Siamo stati troppo conservativi. Abbiamo avuto paura di fare una cavolata e per voler essere troppo sicuri, l’abbiamo pagata in Q3”. Di che si lamenta esattamente Arrivabene? “Abbiamo usato due treni di gomme soft nuove in Q2 - spiega - e non ne sono rimasti per la Q3 finale”. In realtà l’errore, a ben vederci, è cominciato prima: in Q1, quando Vettel e Raikkonen sono scesi subito nei primissimi minuti in pista con gomme soft invece che con le medie come tutti gli altri. Come mai? Forse avevano paura di non passare il turno. Ma bruciando subito un treno di soft “a freddo”, ne hanno conservate solo due per i turni successivi. E se le sono giocate in Q2 entrambe per passare la tagliola ed entrare nei top ten. Ma a quel punto sono entrati in Q3 avendo finito le gomme nuove e dovendo girare con quelle usate. In realtà Vettel poi un treno di soft seminuove le aveva conservate perché aveva fatto solo un giro a bassa velocità in Q2 con le soft nel finale, poi aveva abortito il giro prima di lanciarsi. Facile dirlo dopo, ma era più sensato usare le medie nel primo giro in Q1 come tutti gli altri, vedere qual era il limite con le mescole più dure e poi passare alle soft solo se strettamente necessario. In questo la Ferrari ha “pagato” un po’ l’abitudine alla strategia dello scorso anno, quando la macchina era meno veloce e Alonso per passare i turni doveva usare subito le soft sennò non c’era la prestazione. Ma la SF15-T è più veloce, si poteva rischiare un po’ di più. Che vuol dire attaccare per più giri con la gomma dura e tenere la soft solo per l’ultimo decisivo attacco. Ci può essere una spiegazione ulteriore per lo sfogo di Arrivabene: la Ferrari 2015 è tornata ad essere “gentile” sulle gomme. Grazie al nuovo assetto alla diversa distribuzione dei pesi, la SF15-T non patina in accelerazione, non distrugge più i pneumatici in pochi giri come faceva la F14-T. Le gomme durano di più: prova ne sia che Raikkonen ha fatto un ottimo long run al venerdì con tempi ottimi anche dopo 15 giri. Ma questo significa anche che le gomme, proprio perché non si deteriorano, si scaldano più lentamente. La Ferrari lo sa e forse, vista l’assenza di sole e la bassa temperatura dell’asfalto, ha calcolato che sarebbero stati necessari almeno 3 o 4 giri per far rendere al meglio le mescole medie in Q1 (le Mercedes con le bianche hanno fatto il tempo al 2° giro). Devono aver pensato che in una sessione di 18 minuti come la Q1 non avrebbero potuto permettersi di girare così a lungo e avere il tempo di tornare in pista con le soft, se il tempo con le medie non fosse stato sufficiente. Da qui la scelta conservativa di giocarsi subito le soft (e restare senza gomme nuove in Q3). Che questa ipotesi sia giusta lo conferma indirettamente Arrivabene quando dice: “Non ci dobbiamo far prendere dalla paura di tornare alla situazione del 2014 ed essere troppo conservativi. Bisognava rischiare di più”. La Ferrari comunque punta al podio e Arrivabene non nasconde le ambizioni: “Siamo qui per quello: i nostri avversari non sono le Williams, sono le Mercedes. Se solo riuscissimo ad artigliarle sull’ala dietro (come dire: tenere il loro passo in gara, ndr) sarei contento”. I numeri per farlo potrebbero esserci: se in corsa il divario Mercedes-Ferrari sul giro più rapido è stato di 1”430, Raikkonen nella simulazione gara del venerdì è stato solo 2/3 decimi più lento di passo al giro delle Mercedes. E più le gomme si consumavano, più le prestazioni si avvicinavano. L’importante è che le Ferrari, se sono più veloci delle Williams, se ne liberino in fretta già fin dal via: perché se le FW37 hanno conservato la loro enorme velocità di punta in rettifilo come l’anno scorso, passarle in gara poi sarà difficile. Alberto Sabbatini [conti_gallery id="26708”]

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