Gara agrodolce a Melbourne non solo per i tifosi della
Ferrari, ma per gli spettatori della
F1 in generale. Questo a prescindere dal tedioso dominio Mercedes, con
Lewis Hamilton che rispondeva in modo talmente puntuale agli affondi di
Nico Rosberg da non aver mai dato la parvenza di un duello in corso. Il fatto è che, nonostante le premesse di problemi di affidabilità ormai (effettivamente) messi alle spalle e così via, alla fine il
GP a Melbourne si è invece risolto in una
mezza ecatombe, con solo 11 vetture al traguardo sulle (teoriche) 20 partecipanti. Anche per questo due squadre che in tutti i test precampionato si sono dimostrate costanti sulla distanza, e parliamo di
Sauber e Force India, hanno colto un ottimo risultato complessivo con entrambe le vetture a punti.
Il fatto è che già prima del via abbiamo registrato
parecchie defezioni: va bene che le
Manor erano in Australia solo per timbrare il cartellino - a proposito: la Fia ha riconosciuto di aver fatto il possibile per correre e non sanzionerà la squadra per non aver compiuto nemmeno 1 giro in tutto il weekend - ma a ciò si sono aggiunti il problema alla schiena di
Valtteri Bottas, per cui i medici della Fia non gli hanno permesso di correre, nonché le avarie alle monoposto di
Daniil Kvyat e Kevin Magnussen alle quali si aggiunge subito dopo quella per
Romain Grosjean.
Come se non bastasse, già alla prima curva avviene un
contatto multiplo, innescato incolpevolmente da
Kimi Raikkonen, che elimina la Lotus rimasta di
Pastor Maldonado. Kimi era scattato molto bene, arrivando a sopravanzare
Sebastian Vettel che partiva una fila avanti. Poi però si è trovato "bloccato" alla staccata da
Felipe Massa, mentre Vettel in traiettoria libera si è ritrovato quasi automaticamente all'interno nell'affrontare la prima curva. Ma urtando il cordolo interno il tedesco fa allargare il finlandese - forse toccandolo e forse no - che deve alzare il piede. Di conseguenza
Carlos Sainz non riesce ad evitare di tamponarlo, fatto che fa finire in "folle" la macchina di Raikkonen. Sfilandolo,
Felipe Nasr si ritrova preso a tenaglia fra
Raikkonen e Maldonado, che viene toccato sulla ruota posteriore finendo in testacoda contro le barriere.
Così entra la
safety car e già ci ritroviamo con 13 macchine in pista sulle 20 che teoricamente dovrebbero essere presenti. Il problema è che
per Raikkonen questo è solo l'inizio: nonostante i danni, il finlandese riprende con un buon passo, fino a restare però
bloccato dietro a Nasr e Ricciardo. In Ferrari si decide opportunamente per un
anticipo del pit-stop, nel quale però il mozzo posteriore sinistro inizia a dare problemi, facendo perdere tempo. Purtroppo il difetto si ripresenterà al secondo pit-stop, con
Raikkonen fatto ripartire dal sistema automatico del semaforo quando invece non si è ancora riusciti a togliere la gomma vecchia, con le conseguenze
che leggiamo qui. Da un lato ciò porta a chiedersi (ironicamente, eh!) se l'arrivo di Vettel non abbia portato anche il virus che aveva colpito
Webber… Dall'altro però offre un
Raikkonen autore di una prestazione personale molto volitiva, in cui (al di là dei giri veloci ottenuti con gomme soft quando gli altri avevano le medie) è apparso parecchio più "in palla" dello scorso anno e che fa ben sperare per le prossime gare.
Per la
Ferrari resta comunque il risultato positivo di
Vettel, a podio nella sua gara d'esordio con il team di Maranello. Certamente la
Williams ha facilitato le cose facendo in modo che
Massa finisse dietro nell'unico pit-stop trovandosi un po' rallentato da Ricciardo nel giro di rientro, ma poi
Vettel ha controllato irreprensibilmente la situazione e il possibile recupero del brasiliano. Insomma, per quanto
Maurizio Arrivabene insista comprensibilmente che bisogna pensare a raggiungere le Mercedes, resta il fatto che il risultato odierno non sia "falso" e costituisca un bel passo avanti rispetto al passato recente.
Parlando di
risultati di squadra, non si può sottostimare quello della
Sauber. Intanto il debuttante
Felipe Nasr è stato autore di una gara eccellente, arrivando ottimo quinto ed evitando il doppiaggio, cosa che in pochi possono dire oggi. A questo si aggiunge l'ottavo posto finale di
Markus Ericsson, che con una macchina decente si sta dimostrando meno scarso dell'anno scorso. In questo modo
la Sauber si trova addirittura terza in campionato, fra i team, dietro alla Ferrari e davanti alla Williams! A punti con entrambe le macchine anche la
Force India, per quanto 7° e 10° con
Nico Hulkenberg e Sergio Perez su 11 al traguardo non sia esaltante. Peraltro è andata relativamente peggio alla Red Bull, il cui 6° posto di
Daniel Ricciardo, doppiato, non rispetta certo le aspettative.
Peraltro, con la mancata partenza di
Daniil Kvyat, il ritiro di
Max Verstappen - che per inciso non ha fatto nessuno di quegli sfracelli che sembravano imminenti con un minorenne alla guida - e un esiguo 9° posto di
Carlos Sainz jr, pur autore di una gara positiva con la macchina danneggiata dalla tamponata involontaria a Raikkonen, per la
Renault si è trattato di un risultato forse più deludente anche di quello della
Honda. Perché se non altro per i giapponesi è stata la gara di debutto assoluto con le nuove power unit ibride, e alla fin fine
Jenson Button è arrivato al traguardo, per quanto ultimo a due giri. Un risultato per nulla ovvio alla vigilia e che rappresenta un ulteriore passo avanti nello sviluppo.
Insomma, questo GP "down-under" (come amano definirsi gli australiani) qualche indicazione l'ha data, ma non dobbiamo comunque dimenticare che il tracciato semipermanente è pur sempre piuttosto particolare e
poco rappresentativo, e che è sempre decisamente ardito trarre conclusioni generali quando abbiamo al traguardo solo poco più di metà schieramento. Insomma, una volta di più raccomanderemmo di non "decidere" come sarà l'intero campionato
dopo una sola gara. Anche se non si può certo biasimare chi prevede nuovamente
una stagione marchiata Mercedes…
Maurizio Voltini