Ricciardo ottimista sui progressi Red Bull

Ricciardo ottimista sui progressi Red Bull
L’australiano analizza il momento del team prima di Sepang e Kvyat cerca il riscatto dopo Melbourne

20.03.2015 ( Aggiornata il 20.03.2015 13:16 )

Almeno per Daniil Kvyat, non dovrebbe essere troppo difficile fare meglio nel Gran Premio di Malesia rispetto alle performance australiane, inesistenti in gara causa problemi al cambio che l’hanno fermato ancor prima di schierarsi in griglia. «Dopo una profonda indagine post-gara, possiamo concludere che nel giro di uscita il cambio sulla macchina di Kvyat si è surriscaldato e bloccato per mancanza di pressione dell’olio», spiega Paul Monaghan, ingegnere di macchina. Con i guai legati alla potenza della power unit e alla sua guidabilità, il circuito di Sepang si presenta come un’altra tappa di sofferenza per la Red Bull. Dopo aver “subìto” e lasciato spazio agli sfoghi del team austriaco, anche la Renault si è fatta sentire, non senza mettere i puntini sulle “i” e chiarire le responsabilità, che pure esistono in capo al motorista. «Siamo stati molto aggressivi perché la Red Bull ci ha portati in una corsa feroce allo sviluppo», ha commentato Ciryl Abiteboul nei giorni scorsi a L’Equipe. Aggiungendo: «Abbiamo avuto uno sviluppo dell’ultimo minuto, con il quale abbiamo bypassato i tradizionali processi di validazione al banco: è stato questo cambiamento che ha portato ai problemi di Melbourne ed è su questo che ci concentreremo prima di Sepang. Facciamo motori in Formula 1 da 37 anni, sappiamo cosa ci serve». Indirettamente, la conferma nella corsa allo sviluppo arriva anche da Monaghan: «Lo scorso anno i progressi tra la terza sessione di test e la prima gara sono stati significativi e uno dei nostri punti di forza è il tasso di sviluppo». In questo quadro, a restare impotenti sono i piloti, con Daniel Ricciardo che non perde il tradizionale spirito positivo e dice: «So che abbiamo molte cose sulle quali migliorare e sono ottimista che potremo ottenerne alcune in Malesia, e ci daranno un po’ di prestazione in più». Quella Sepang che dovrebbe offrire maggiori spunti di interesse e spettacolo di quanto non abbia fatto Melbourne, grazie ai due lunghi rettilinei da DRS e le staccate decise per inserirsi in curva 1 e nell’ultima prima del traguardo: «Sono i punti scontati di sorpasso, ma anche il tornante in curva 9 è un buon punto», analizza l’australiano. E se lo dice lui, che si attacchi se ne intende, c’è da credergli. La Malesia può anche voler dire gara bagnata, e non da una pioggerellina primaverile qualunque: «Sul bagnato è una relazione di amore/odio. A volte hai un’ottima macchina e all’improvviso sei un maestro della guida sulla pioggia, altre volte semplicemente non funziona». Se sul fronte meteo resta un’incognita, la certezza è quella di ritrovarsi con le tute bagnate a fine gara a prescindere dalla pioggia: «L’idratazione è molto importante, più sei idratato più il corpo dissipa il calore; allenarti prima della gara al caldo ti fa sentire come se non ne facesse, ma quando sei in macchina è come stare in una sauna». Dall’altro lato del box, c’è un Kvyat che a Sepang ha debuttato al volante di una monoposto e raccolto le prime vittorie, cinque anni fa, e oggi è chiamato a battere un colpo deciso per stringere le cinture su un sedile che appare già traballante. «Il primo weekend è stato una sfida, ma abbiamo imparato molte cose, anche per me è cruciale adattarmi al team. Voglio lasciarmi il weekend dell’Australia alle spalle il più presto possibile e iniziare a concentrarmi sulla Malesia». f.p.

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