GP Malesia, due o tre soste per Pirelli

GP Malesia, due o tre soste per Pirelli
Tra le due mescole è attesa una differenza di poco superiore al secondo

25.03.2015 ( Aggiornata il 25.03.2015 10:11 )

Ci si aggrappa al caldo torrido, al degrado delle gomme, ai temporali improvvisi, per cercare spunti di interesse alla vigilia di un Gran premio di Malesia altrimenti scontato nel suo esito finale. La Pirelli ha selezionato il compound più duro a disposizione nella gamma 2015, affiancato dalle gomme medie (con un delta di prestazione atteso tra 1” e 1”2), per affrontare la sfida di un asfalto tra i più abrasivi del mondiale, causa anche irregolarità del fondo che amplificano lo stress per le coperture, specialmente l’anteriore sinistra, impegnata nei curvoni veloci inseriti nel tratto centrale e conclusivo di Sepang. In gara la strategia-tipo punterà alle due soste, forse tre, come quelle effettuate dai primi lo scorso anno, con Hulkenberg a giocare la carta dei due due stop e ripagato dalla quinta piazza. Sarà un tema cruciale del week end, perché dirà anche chi ha la miglior gestione degli pneumatici, aspetto solo parzialmente emerso all’Albert Park. «Dopo il singolo pit-stop a Melbourne, favorito dall’ingresso della safety car nelle prime fasi di gara, a Sepang dovremmo vedere il ritorno di due o più pit-stop per pilota, forse anche di più se interverrà la pioggia. In Malesia i livelli di consumo e degrado sono sempre elevati: un’efficace gestione degli pneumatici e della strategia sono quindi una delle chiavi per il successo», anticipa Paul Hembery. In condizioni normali, l’impiego delle gomme dure da parte dei primi sarà relegato nell’ultimo stint di gara, andando a privilegiare la performance delle medie prima. Sarà il primo tracciato vero della stagione e la sfida per le gomme non è legata solo alla conformazione dell’asfalto, ma anche all’impegno verticale e trasversale che verrà scaricato sulle coperture a causa dell’elevato carico aerodinamico necessario per affrontare le sequenze di curve in appoggio e ad alta velocità: «Il GP d’Australia di due settimane fa ci ha confermato ciò che avevamo visto già nei test pre-campionato: in ogni sessione a Melbourne i tempi sul giro sono risultati inferiori di due o più secondi rispetto al 2014. Questo aumenta di molto i livelli di carico sugli pneumatici: un dato che promette di rivelarsi ancora più delicato a Sepang, dove le gomme sono messe a dura prova da uno degli asfalti più abrasivi del campionato, dal grande carico imposto da molte curve veloci e dalle elevate temperature ambientali. Per tutte queste ragioni, la scelta per il secondo GP stagionale è caduta sulle due gomme più dure della gamma F1: il P Zero Orange hard e il P Zero White medium, così come è sempre avvenuto in Malesia dal ritorno di Pirelli in F1, nel 2011», aggiunge Hembery. Temperature nell’ordine dei 35° C in qualifica e gara non significano solamente un banco di prova impegnativo per le gomme, ma anche uno dei test più probanti dell’intero campionato per l’affidabilità delle power unit. Sepang è pista di motore, perché oltre ai due lunghissimi rettilinei principali c’è un giro per il 56% affrontato con il gas spalancato, dettaglio che in caso di pioggia – attesa in tutte le tre giornate del Gran premio di Malesia (che lavora al rinnovo di contratto) e concentrata al pomeriggio – verrebbe rivisto al ribasso. Maggior spettacolo e imprevedibilità? Sicuramente sì pensando al gioco sulle strategie e il momento perfetto per passare dalle gomme da bagnato a quelle da asciutto, se fosse pioggia intermittente. Non necessariamente, invece, se si guarda ai valori di carico aerodinamico richiesti, per cui una Mercedes capofila in condizioni normali resterà davanti (con ancora più margine?) anche in caso di gara bagnata. f.p.

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