Analisi F1: la pioggia non rimescola Lewis

Analisi F1: la pioggia non rimescola Lewis
Hamilton svetta anche in queste qualifiche bagnate della Malesia, dove pure Vettel "sguazza" bene affiancandolo in prima fila

28.03.2015 ( Aggiornata il 28.03.2015 12:47 )

dal nostro inviato a Sepang: Cesare Maria Mannucci A forza di evocarla, la pioggia è arrivata, e il rimescolamento dei valori è stato davvero consistente. Non per Lewis Hamilton che ripete la pole di Melbourne con apparente facilità, anche se l’asfalto bagnato riduce di molto l’abituale vantaggio della Mercedes. Ma vedere Sebastian Vettel al suo fianco, a solo un decimo di distacco, è qualche cosa davvero sorprendente. O forse no, perché come diceva sempre Giorgio Ascanelli: «Con il bagnato Sebastian Vettel è il migliore pilota del mondo, e forse di sempre». E lo diceva lui che aveva lavorato con Ayrton Senna. Certo, sin dalla prima sessione sul circuito di Sepang, la Ferrari ha dimostrato di aver ridotto sensibilmente il gap che in Australia la separava dalla Mercedes. Ma in ogni sessione era sempre stato più Kimi Raikkonen che aveva dato l’impressione di avere il potenziale per avvicinarsi alle tedesche. Anche se non con un gap così ridotto come Vettel farà poi in qualifica. Invece il finlandese ha pagato ancora una volta il caos del suo box e della sua squadra, che lo ha fatto uscire dal garage troppo tardi, finendo così in coda ai piloti che si apprestavano ad entrare per il Q2 (nella quale risultava comunque quinto) quando si era capito che la pioggia era imminente. Di fatto il finlandese è riuscito a percorrere solo un giro prima che arrivasse il temporale, e al termine ha specificato che lui è uscito quando gli è stato detto di farlo. Quindi non è proprio il caso di parlare di sfortuna. Alla fine la Ferrari ha protestato contro Ericsson, accusato di avere rallentato Raikkonen, impedendogli così di percorrere un altro giro. Ma la colpa principale rimane del box Ferrari, non del pilota della Sauber. Anche se Hamilton che in fila era dietro a Raikkonen, il giro in più è comunque riuscito a farlo. Maurizio Arrivabene ha accusato Raikkonen di scarsa concentrazione, ma forse dovrebbe guardare di più ai meccanismi di una squadra che, sotto pressione, si muove ancora con affanno. Come già visto in Australia. Sebastian Vettel invece è stato perfetto e spettacolare, la prima fila oggi è da ascrivere soprattutto al suo smodato talento in condizioni di bagnato. Perchè è stato nel passaggio dalle gomme rain a quelle intermedie che il gioco si è fatto più duro, quando in realtà le condizioni di aderenza avrebbero forse consigliato di rimanere con le gomme che offrivano i valori di aderenza più elevata. In quelle condizioni Vettel è stato disponibile a prendere più rischi di Hamilton e il gap con la Mercedes, che nelle prove libere del mattino era di oltre mezzo secondo, si è ridotto - per magia del pilota tedesco - ad un solo decimo. In ombra Nico Rosberg, solo terzo: rispetto ad Hamilton paga un distacco pesante, di 4 decimi. Lo scorso anno il re delle pole era lui, invece adesso nemmeno in qualifica sembra più in grado di tenere il passo del suo compagno di squadra. «Partire terzo non è male - ha detto Rosberg - perché sono comunque sul lato pulito della pista e posso passare Vettel alla prima frenata». Il fatto che Rosberg faccia i suoi calcoli sulla Ferrari piuttosto che su Hamilton dimostra come, nel giro di appena due GP F1, le sue prospettive e le sue aspettative stiano cambiando.

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