Renault, i problemi della Cina non hanno soluzione immediata

Renault, i problemi della Cina non hanno soluzione immediata
Il componente “incriminato” sarebbe il pistone e non arriverà una nuova specifica prima di sei settimane

15.04.2015 ( Aggiornata il 15.04.2015 15:12 )

Non è certo il migliore dei modi per affrontare un circuito che mette sotto torchio il motore per il 66% del giro, presentarsi con problemi ai pistoni alla vigilia del Gran Premio del Bahrain. In Renault la via crucis continua ed è destinata a durare almeno per le prossime sei settimane, a sentire le parole di Cyril Abiteboul. Secondo Canal Plus, la causa alla base dei ritiri di Shanghai sarebbe collegata ai pistoni del V6, ma diversamente da quanto si può pensare, non legata a una fornitura difettosa, bensì qualcosa di più profondo. «Non può esserci una soluzione entro le prossime sei settimane. La tecnologia di un motore non è qualcosa che puoi cambiare durante la notte, dopo una gara andata male», spiega Abiteboul. «Abbiamo un piano per l’impiego dei nostri gettoni di sviluppo quest’anno, quindi non dovremmo lanciarci a capofitto in decisioni che potrebbero non essere le migliori nel lungo periodo», aggiunge. Posizionare un arco temporale per la risoluzione delle criticità legate ai pistoni del motore termico a sei settimane, significa proiettarsi fino alla vigilia del Gran Premio di Montecarlo, in tempo per leggere gli eventuali benefici nel Gran Premio del Canada, altra pista di motore. “Stranamente”, dopo gli affondi al veleno delle primissime gare, sembra tornato un clima più disteso nei rapporti tra Red Bull e Renault, almeno a parole. «Ovviamente puoi sempre migliorare in ogni area nella quale sei vincente o perdente, ma la partnership insieme a Renault ha funzionato; se tornate indietro agli scarichi soffiati, c’è un tipico esempio di telaio e motore che operano in sinergia», ha commentato Horner dopo il Gran Premio di Cina. Ci saranno da sintonizzare su frequenze vicine anche le metodologie di lavoro, trovando un equilibrio tra la rapidità di sviluppo estrema richiesta dalla Red Bull e i tradizionali passaggi di validazione al banco cui sono abituati in Renault, uno dei cortocircuiti che si sono verificati in inverno e inizio mondiale: «Siamo un fornitore, ma questo non cambia che siamo anche gente che appartiene al mondo delle corse e siamo estremamente frustrati», riconosce Abiteboul. «Detto ciò, si tratterà di capire le reciproche filosofie e problemi, supportandoci l’un l’altro anziché trascinarci giù a vicenda. Forse dovremo ispirarci maggiormente al modo di lavorare loro e probabilmente hanno bisogno di capire i problemi legati allo sviluppo del motore, che non è un progetto a breve termine». Fabiano Polimeni

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