Hamilton e un dubbio amletico

Hamilton e un dubbio amletico
Oltre al contratto, per il campione del mondo c’è da scegliere se cambiare o meno fornitore del casco

24.04.2015 ( Aggiornata il 24.04.2015 12:55 )

Non c’è solo il prolungamento del contratto da firmare con la Mercedes, tra gli accordi che Lewis Hamilton si trova a dover gestire nelle ultime settimane. C’è anche una scelta apparentemente “secondaria”, ma che in qualche modo segnerebbe l’inizio di una nuova avventura, ed è legata al fornitore del casco. Quello che si potrebbe pensare essere un “semplice” dispositivo per la sicurezza dei piloti, in realtà è un concentrato di tecnologia, sul quale lo sviluppo e la ricerca non sono unicamente rivolti nel campo dei materiali, ma anche in quello dell’aerodinamica. In Bahrain non ha corso con il tradizionale Arai, che ha contraddistinto l’intera carriera in Formula 1 e in quelle minori, dagli esordi, bensì ha preferito provare un Bell, dopo che nei gran premi precedenti e nei test si era limitato a una valutazione nel corso delle libere per poi impiegare l’Arai. «Non è qualcosa di cui voglio parlare al momento, perché non ho preso alcuna decisione. Stavo solo provando… come pilota vuoi sempre migliorare in ogni area e il casco di Arai non è stato in galleria del vento», ha commentato a Motorsport.com Oltre a Bell, per Hamilton c’è stata la prova anche degli Schuberth, casco impiegato oggi da Rosberg, Alonso, Susie Wolff, Hulkenberg e Massa, prima ancora da Schumacher: «L’ho provato. In definitiva, sapete tutti che sono con Arai da quando avevo 10 anni, un tempo molto, molto lungo, ma non lo hanno sviluppato come Schuberth e gli altri hanno fatto; a me piacciono i caschi che si migliorano e sviluppano; questo non significa che Arai… Arai è ancora un casco dannatamente buono e sono stato con loro per molto tempo e mi vedrete tornare, perché torno sempre al vecchio e affidabile». Un dilemma “arduo” da risolvere, problema che non avevano i piloti delle frecce d’argento al tempo dell’automobilismo degli eroi, quando il casco era pressoché assimilabile a quello dei fantini… un contrasto netto sottolineato su Twitter dal confronto tra il casco di sir Stirling Moss e quello di Hamilton, ritrovatisi a Monza al volante della storica Mercedes 300 SLR del 1955 e la F1 W196. Fabiano Polimeni

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