Saranno partner tecnici, nulla di più. Il
rapporto tra Ferrari e team Haas si limiterà alla fornitura della power unit – nonché di tutta una serie di componenti secondari che andranno a “facilitare” la vita per il team statunitense, grazie alle modifiche regolamentari introdotte – ma sul fronte delle decisioni interne, nonché lo sviluppo del progetto, gli americani manterranno la massima indipendenza. Chiamarlo
team-satellite di Maranello è un’idea che
Gunther Steiner vuole allontanare ancor prima di cominciare.
«C’è una relazione molto buona è vero, volevamo entrare in Formula 1 e abbiamo chiesto se volevano essere il nostro partner tecnico. Le macchine non saranno, però, delle Ferrari gialle, perché sarà diversa la carrozzeria così come il telaio», dice il tecnico austriaco.
Con il
prolungamento di contratto di Kimi Raikkonen a tenere banco e la rumoreggiata presenza di un accordo tra Ferrari e Bottas, si è anche prospettata la possibilità che uno dei due piloti possa “parcheggiarsi” nel
team Haas per una stagione, tuttavia Steiner è categorico sulle scelte:
«Non abbiamo parlato di piloti con loro, non c’è un piano per cui essere il loro team satellite e fare qualsiasi cosa vogliano, non è questo il progetto».
Piloti a parte (prematuro parlarne in questa fase) quali saranno gli obiettivi di un team al debutto, costretto a fissare dei paletti realistici e raggiungibili? Avranno un problema in meno grazie alla
power unit Ferrari, dovranno lavorare su tutto il resto, per realizzare un pacchetto che riesca a non impantanarsi nelle retrovie.
«L’obiettivo è quello di essere rispettabili, qualificarci nelle posizioni da bassa a metà classifica, qualcosa come il 12mo o 14mo posto, poi bussare alle porte dei punti, almeno inizialmente. Chi può dirlo? Vorremmo ottenerne il più possibile, poi anno dopo anno rivedremo il target», ha aggiunto ad Autosport.
Fabiano Polimeni