F1, Coulthard: macchine troppo lente e facili

F1, Coulthard: macchine troppo lente e facili
Invoca cambiamenti per rendere la categoria la più veloce tra tutte, a cominciare da gomme e aerodinamica

13.05.2015 ( Aggiornata il 13.05.2015 14:48 )

Stoici. E’ il termine che più si addice a quanti sono riusciti a seguire tutti i 66 giri del Gran Premio di Spagna senza farsi cogliere dalla tentazione di spegnere la tv e fare altro. Uno spettacolo inesistente, temi tecnici destinati a una ristretta minoranza di aficionados, in grado di emozionarsi ragionando di strategie, under-cut e amenità del genere. Sarà bene che la F1 Commission che si riunirà questa settimana le immagini della gara ben impresse per ragionare su quel che servirà per il futuro della categoria. Detto come il Montmelo faccia quasi rimpiangere Sochi in termini di spettacolarità, non si può sfuggire da un numero importante di variabili che incidono sulla prestazione e sul tipo di prodotto che si vuole offrire al pubblico. Si avrà la forza di intraprendere strade radicali, che vadano oltre accorgimenti relativamente marginali? Per David Coulthard, un punto dev’essere fermo: «L’era attuale della Formula 1 dovrebbe rappresentare il punto massimo in termini di velocità. Tecnologie avanzate. Siamo abituati a telefonini sempre più leggeri, con maggior autonomia, capaci di fare più cose; il record dei 100 metri si abbassa sempre più, gli uomini vanno nello spazio più spesso e più distante, ma in Formula 1 le macchine sono ancora diversi secondi più lente di 10 anni fa». E’ chiara la visione dell’ex pilota, che in un editoriale sulla BBC traccia i contorni della categoria e individua anche le ragioni per cui oggi abbiamo una F1 “lenta”: «Non c’è competizione tra i fornitori di gomme, i rifornimenti sono stati abbandonati, le macchine rallentate per ragioni di sicurezza». E su ciascuno di questi aspetti interverrebbe per apportare dei correttivi, perché il pubblico deve poter tornare a dire: «Wow! Hai visto quanto vanno forte? I piloti non lo diranno mai pubblicamente, ma so che sono tutti un po’ disillusi con l’attuale Formula 1, perché le macchine sono così lente rispetto agli anni scorsi e in gara restano lontani dall’esprimere le loro capacità. Guardi il cameracar di curva 3 a Barcellona: dovrebbe essere fatta al limite, col cuore in gola, quasi in pieno, come alcuni anni fa; ora tutti devono alzare il piede». Visioni non necessariamente condivisibili o quantomeno avremmo sì la categoria in assoluto più veloce, ma senza alcuna garanzia di divertimento, tanto più su circuiti come quello del Montmelo. Per innalzare l’asticella, Coulthard interverrebbe anzitutto sulle gomme: «A nessuno piacciono costruzione e mescole delle gomme attuali. Non ho dubbi che, qualora venissero sfidati, Pirelli potrebbe realizzare gomme molto più prestazionali. I vertici della Formula 1 non vogliono una guerra sulle gomme tra più costruttori, ma non capisco il perché, dopotutto c’è una lotta tra telai e motori». Guardando in prospettiva, un interesse di Michelin al rientro c’è, ma subordinato a modifiche precise dei regolamenti, a cominciare dal diametro dei cerchi. Nel parallelo tra F1 e mondiale Endurance, aggiunge: «I piloti che conosco e corrono nel WEC, dove usano gomme Michelin, mi raccontano che spingono a tutta per ogni giro di una 24 ore e significa usare a volte solo un set per due o anche tre stint da 45 minuti. E’ grandioso ed era quello a cui ero abituato quando guidavo in F1: l’unico momento in cui alzavi il piede era nello stint finale di gara, quando avevi 20” di vantaggio». Altro aspetto sul banco degli imputati è, nemmeno a dirlo, l’aerodinamica. Invoca soluzioni che diano più carico dal fondo e consentano di stare vicini a chi precede, l’ex pilota scozzese. Strettamente collegata alla veste aerodinamica c’è, poi, il look: «I team e la FIA stanno valutando un ritorno a macchine più larghe, le stesse dimensioni prima del 1998. Pensavo allora che le monoposto fossero più belle quando erano larghe due metri e lo credo ancora». A non essere vista di buon occhio, leggendo tra le righe del Coulthard-pensiero, è anche l’abolizione dei rifornimenti: «Non c’erano ai tempi di Senna e Mansell, fatta eccezione per il 1983, ma le macchine erano “fisiche” da guidare per altri versi. E’ importante che i piloti si divertano in quel che fanno e si sentano sfidati: se la macchina è più leggera e vivace, è meglio. Se le macchine fossero più veloci e impegnative da guidare, comunque si voglia raggiungere l’obiettivo, i piloti sprigionerebbero maggior entusiasmo». Fabiano Polimeni

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