Analisi F1: le trappole di Monaco

Analisi F1: le trappole di Monaco
Cerchiamo di sviscerare le prestazioni delle varie monoposto al di là dei problemi momentanei e delle singole situazioni vissuti a Montecarlo

25.05.2015 ( Aggiornata il 25.05.2015 01:33 )

Quella di Montecarlo è la dimostrazione di come una gara F1 tendenzialmente noiosa - perché guardando più nelle retrovie si trovava qualcosa di interessante, come il recupero di Sainz - possa improvvisamente, grazie alle insidie del tracciato, fornire una valanga (o quasi) di argomenti di discussione giusto nell'ultima quindicina di giri. Si parte dalla tamponata di Verstappen a Grosjean che causa a catena l'ingresso della safety car e quindi il drammatico errore Mercedes sul pit di Hamilton, proseguendo con l'entrata/ruotata di Ricciardo su Raikkonen e finendo con lo stesso Ricciardo che si lascia superare sul traguardo da Kvyat alimentando voci di strani ordini di scuderia.

Diciamo subito che quest'ultimo era sì un ordine di squadra, ma partito da più lontano, quando cioè a Daniil era stato "suggerito" di non ostacolare Daniel che era lanciato verso un possibile podio. Alla fine si è trattato dunque di una restituzione di cortesie. Che ha comunque premiato lo stesso la buona gara della Red Bull come team. Senza dimenticare che, quando Ricciardo ha raggiunto Hamilton a gommatura equivalente (entrambi avevano montato le Pirelli supersoft in regime di safety car), si è visto come la Mercedes "scappasse via" di motore negli allunghi ma poi venisse ripresa nei tratti più contorti ("misti" non rende abbastanza) del tracciato monegasco. Insomma, l'ultima creatura di Newey non pare proprio male telaisticamente, e certe "pretese" nei confronti del motorista Renault hanno qualche giustificazione. Attendiamo però i riscontri su altre piste, e questo vale un po' per tutti data la particolarità di Montecarlo.

Sempre parlando più in generale (visto che dei singoli episodi abbiamo trattato a parte) e posto che lo scivolone tattico non mette in dubbio che la Mercedes avrebbe segnato un 1-2 normalmente, sia la prestazione di Sebastian Vettel che quella di Kimi Raikkonen (e non parliamo tanto di risultati, quanto di velocità almeno potenziale) hanno dimostrato che i distacchi di Barcellona erano quasi sicuramente un'eccezione momentanea, un piccolo passo falso causato magari proprio dalla massa di aggiornamenti portati in Spagna. Anche in questo caso, tuttavia, per giudicare la bontà aerodinamica di tali aggiornamenti sarà meglio attendere la prossima verifica del Canada. Fatto sta che qui si paventavano problemi di trazione e quant'altro per la Ferrari, che però non sono emersi in modo drammatico, anzi.

Come prestazione di squadra (sempre distinguendola dal risultato finale puro e semplice) si è evidenziata anche la Toro Rosso. Ottima gara di Max Verstappen, almeno fino all'ingenuità finale, che peraltro più che un tentativo di sorpasso assurdo va invece paragonata all'incidente a Valencia 2010 di Webber con Kovalainen (quindi l'immaturità agonistica c'entra poco). E bravo anche Carlos Sainz nel risalire fino a zona punti dopo essere partito dalla pitlane, adottando con tempismo e accortezza la tattica di anticipare il pit-stop in modo da bypassare il traffico, sapendo poi gestire adeguatamente 66 giri con lo stesso set di gomme. Peccato per quella svista "semaforica" in qualifica.

Gara tutto sommato incoraggiante anche per la McLaren-Honda, che aveva portato entrambi i piloti nella top ten prima dell'avaria sulla monoposto di Fernando Alonso. Così gli allori dei primi punti conquistati vanno meritatamente a Jenson Button, ma resta il fatto che la squadra ha dimostrato di avere le prestazioni per poter effettivamente e realisticamente puntare ai punti con entrambi i driver: ora si tratta di risolvere qualche problema e guadagnare affidabilità. Certo non è banale, ma di solito è meglio così che l'opposto.

Inoltre, seppur lontano dalle telecamere, anche Sergio Perez e Felipe Nasr hanno condotto una gara più che positiva. Parlando invece ancora di risultati mancati ma potenzialmente raggiungibili, la Lotus è stata sfortunata sia con Pastor Maldonado sia con Romain Grosjean, entrambi vittime di Verstappen ma in entrambi i casi anche di problemi di frenata, che avevano già colpito il venezuelano e forse hanno determinato l'anticipo di staccata del francese che ha colto alla sprovvista Max.

Tutti bene, allora? Macché, e a doversi fare domande tecniche profonde sarà proprio uno dei team solitamente di vertice, vale a dire la Williams. Perché se per Felipe Massa c'è la scusa (relativa) dei danni subiti inizialmente, per Valtteri Bottas non c'è nemmeno quella. Di certo, pensare che le prestazioni che l'avevano portata a lottare in precedenza con la Ferrari, dipendessero pressoché esclusivamente dall'aerodinamica, parrebbe inverosimile. Oppure sconcertante…

Come pure, su livelli certo diversi, la Marussia dovrà interrogarsi sui motivi per cui anche su una pista dove il motore fa una differenza marginale, si siano ritrovati nuovamente a più di 2 giri dagli altri. E non crediamo sia sufficiente o accettabile, come motivo, il tempo perso da Will Stevens e Roberto Merhi a farsi doppiare continuamente…

Maurizio Voltini


  • Link copiato

Commenti

Leggi autosprint su tutti i tuoi dispositivi