Lo scenario che si prospetta per i
team motorizzati Renault alla vigilia del
Gran Premio del Canada sembra ricalcare quella spirale involutiva già spiegata da
Christian Horner nelle scorse settimane e alla base dei
problemi Red Bull: quando manca potenza devi ricercarla ricorrendo a compromessi, che innescano altri problemi. A Montreal si dovranno scaricare parecchio le
ali, ma i benefici che arriveranno rischiano di essere vanificati da un circuito che obbliga gran parte dei team a indirizzarsi sulla stessa strada.
«Sfortunatamente, da un punto di vista sportivo, corriamo per controllare i danni», commenta
Cyril Abiteboul, dando la misura di quali possano essere le aspettative per il Canada. C’è di più, vista la
possibilità di montare il quinto motore, approfittando della configurazione della pista e minimizzare gli effetti della penalizzazione inflitta:
«Dovremmo pensare, inoltre, all’utilizzo del quinto motore, non perché non possiamo usare ancora il quarto, ma perché potremmo iniziare con il quinto. C’è molta frustrazione, lo so, ma 10 posizioni di penalizzazione su piste sulle quali si può superare è qualcosa di recuperabile in gara».
Anche
Remi Taffin anticipa un lavoro che andrà alla ricerca di equilibri solitamente critici:
«Siamo realisti alla vigilia di questa gara. Abbiamo lavorato parecchio sull’affidabilità e migliorato nelle ultime due, sappiamo però che Montreal sarà dura in termini di prestazioni. Sarà critica per quanto riguarda la potenza, dobbiamo provare a ripetere l’approccio di Monaco, di ottimizzare individualmente ogni settore. Diversamente da Monaco, tuttavia, dobbiamo valutare il giusto compromesso di deportanza/resistenza per avere buone prestazioni in qualifica e gara». Il buon risultato ottenuto dalla
Red Bull nel Principato è destinato a restare un exploit difficilmente replicabile, almeno senza colpi di scena imprevedibili.
Fabiano Polimeni