Quegli errori terribili di Hamilton

Quegli errori terribili di Hamilton
Un dritto, un testacoda e un incidente nel giro di un'ora, nelle prove in Canada. Che succede a Lewis?

05.06.2015 ( Aggiornata il 05.06.2015 23:56 )

Qualcuno l’ha definito “deconcentrato”. Altri pensano a qualche grave difficoltà. Fatto sta che Lewis Hamilton ha inanellato una serie di errori nel primo giorno di prove che non sono consueti né per una star di Formula 1 né per chi comanda la classifica del mondiale o tantomeno per chi ha la tranquillità di guidare una monoposto superiore a tutte le altre come la Mercedes e potrebbe prendersela comoda senza rischiare il 110% in pista. Fatto sta che Hamilton, nonostante abbia stabilito il miglior tempo sia nelle libere 1 (1’16”212) che nelle libere 2 (1’15”988) con 3 e 4 decimi nei confronti rispettivamente di Rosberg e Vettel, è incorso in una serie di disavventure. Soprattutto nel secondo turno di prove, quando si cominciava a spingere di più con le gomme supersoft. E in meno di un'ora ha fatto tre vistosi sbagli. Prima ha rischiato di tamponare Grosjean in frenata e ha perciò dovuto tirare dritto nella via di fuga in una delle veloci “esse” di Montreal. Poi si è girato all’uscita del tornantino per un sovrasterzo di potenza e quasi per uno scherzo del destino si è trovato contromano faccia a faccia con Rosberg che stava affrontando la curva. Infine, una volta venuto a piovere, sulla pista inzuppata ha subìto l’aquaplaning sulle ruote anteriori e ha perso il controllo della sua Mercedes W06 finendo dritto in frenata e impattando di muso contro le barriere rompendo l’ala e parte dell’avantreno. E costringendo la direzione gara a interrompere le prove con bandiera rossa per rimuovere la sua Mercedes. Hamilton è stato subissato di critiche anche esagerate. Molti si sono affannati persino a fargli i conti in tasca dei danni compiuti. In realtà inutile esagerare e accanirsi. Hamilton non ha disimparato a guidare. Qualche errore di guida fa parte del gioco. Specie in prova. “Sono semplicemente andato subito a cercare il limite della macchina su questa pista”, ha spiegato con un sorriso Lewis. Qualche errore ci sta perché Montreal non è una pista fatta di curve veloci ma di secche accelerazioni e violente frenate. Il tempo qui si fa azzardando una staccata più al limite, “rubando” qualche metro nei punti di frenata o aprendo prima il gas all’uscita delle curve più secche. Le prove libere sono lì per quello, per prendere le misure alla pista e al limite che il pilota può raggiungere. Osare un po’ di più e capire fino a dove ci si sta dentro, e dove non si riesce a fare la curva. Il terzo incidente, quello sul bagnato, però ha anche un’altra spiegazione. In quel momento si era scatenato un acquazzone e tutti erano fermi ai box. Solo le Mercedes erano entrate in pista fra gli applausi del pubblico che si era già rassegnato a vedere scorrere il tempo senza auto in pista. Ma il vero motivo non era quello di fare show, ma come spiega Rosberg: “Provare le partenze con la pista bagnata e mettere a punto il limite di aderenza delle gomme”. Rosberg si è limitato a qualche accelerazione, Hamilton invece che è più focoso, oltre a provare gli scatti ha anche spinto nel resto del giro “tirando” la staccata e perdendo il controllo della macchina che ha cominciato a “galleggiare” sul pelo d’acqua ed è andata dritta senza voltare. Semmai il suo errore è stato di uscire sulla pista inzuppata con le gomme intermedie che non smaltiscono abbastanza acqua dalle scanalature invece che con quelle “full wet”. Ma come ha spiegato Paddy Lowe, il direttore tecnico Mercedes: “La pioggia è aumentata di colpo prendendoci in contropiede”. In ogni caso l’incidente ha provocato solo un po’ di danni all’avantreno della Mercedes W06. “Niente che non possa essere riparato entro domani”, ha spiegato ancora Paddy Lowe. “Anzi i danni maggiori li ha provocati la gru quando hanno caricato la macchina per riportarla ai box piuttosto che l’impatto stesso!”. Alberto Sabbatini CGvtSySW8AAttbj CGwkSXWUgAAWhmQ CGwYyPUXEAAmNc9-1

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