Todt, la F1 non è incurabile

Todt, la F1 non è incurabile
Il presidente Fia parla a tutto campo e si dice convinto bastino degli aggiustamenti mirati, non rivoluzioni

25.06.2015 ( Aggiornata il 25.06.2015 15:41 )

Basterà un’aspirina, non servirà la chemioterapia. Per il malato Formula 1, secondo il presidente della Fia Jean Todt, la diagnosi è meno grave del previsto e si sbilancia: «Non credo dobbiamo affrontare un cancro, siamo davanti a un mal di testa, quindi ci serve una medicina per il mal di testa. Non abbiamo bisogno di grandi cambiamenti, non credo servano alla Formula 1». Volendo restare a metà tra medicina e sport, serve individuare anche il miglior medico sulla piazza, quello che con autorevolezza prescriva farmaco e dose. Finora, la pluralità di voci, di meeting e proposte, non si è concretizzata in nessun provvedimento certo per il futuro. Rifarebbe ogni scelta, nonostante il partito degli oppositori alle nuove power unit, tuttavia, Jean Todt ammette una qualche colpa: «Con i motori l’evoluzione è stata grande ma troppo costosa. Mi prendo la responsabilità di non aver garantito, probabilmente, che ci fosse un costo massimo per i clienti. E’ qualcosa che risolveremo. Meglio tardi che mai, provvederemo a risolvere il problema del costo delle power unit per i team clienti». Quando in ballo c’è la sopravvivenza di numerose scuderie, inevitabilmente si parla sempre di soldi: come risparmiarli, come redistribuirli. Sul tema, è un Todt su due fronti, quello che chiarisce la questione. Se, da un lato – la redistribuzione dei proventi – non comprende le lamentele di quanti hanno sottoscritto gli accordi che oggi avversano, dall’altro si dice convinto che la Formula 1 odierna sia molto meno costosa di un tempo. «Si sentono team lamentarsi dei costi. Sono una persona che ritiene la Formula 1 troppo costosa, detto ciò, però, oggi è meno cara di 10 anni fa. Tante cose sono state fatte nella giusta direzione, anche dal mio predecessore, per ridurre i costi. Ci sono ora degli accordi firmati, molto favorevoli per alcuni team rispetto ad altri. Abbiamo di fonte persone molto felici e altre molto scontente di aver firmato. In comune hanno l’aver sottoscritto degli accordi». Una visione che si potrebbe definire pilatesca, comprensibile peraltro, non spettando alla Fia l’intromissione in quelle che sono questioni di competenza Fom. Passando all’attualità più strettamente sportiva, al falso problema del fuel saving, del lift and coast, il presidente della Fia non manca di far notare un dettaglio affatto trascurabile: «Oggi tutti dicono: “Non ci piacciono le gare perché si va al risparmio con la benzina, i freni e le gomme”. Nel 1993 ero al primo anno da direttore sportivo di un team in Formula 1 e ricordo le comunicazioni radio, diverse e meno sviluppate di oggi, limitate tra team e pilota. Poi si pensò di dare più informazioni e l’accesso libero alle discussioni alle tv. A volte, la gente deve interpretare quel che si dice. Nel 1993 avevamo il problema di gestire i freni, il consumo delle gomme e di stare attenti con la benzina: non è qualcosa che è spuntato fuori all’improvviso. Se la risposta al problema è di consentire 5 kg in più di benzina, non ho difficoltà». L’aspirina dev’essere ben più potente che non un semplice ampliamento del limite di carburante disponibile, a meno di non volerlo legare a un incremento netto della potenza delle power unit. Si discuterà ancora, con un altro Strategy Group il prossimo 1 luglio, entità che Christian Horner non ha esitato a definire inutili. «Se riusciremo ad avere una proposta molto valida con il consenso unanime, allora si potrà implementare nel 2016, viceversa avremo tempo fino al 28 febbraio del prossimo anno per integrare i regolamenti in vista del 2017. Abbiamo avuto lunghe riunioni, alla presenza dei team e dei miei uomini, nelle quali nuove proposte e direzioni da intraprendere sono state discusse e potrebbero essere avanzate nell’incontro di Londra, l’1 luglio. Poi, sulla base dell’esito saranno portate alla F1 Commission». Tra le possibili misure, infine, Jean Todt rivela di non essere un tifoso delle macchine clienti: «Le odio. Va bene avere un gruppo A, un gruppo B, ma in categorie diverse. Detto ciò, se troveremo un modo per agevolare l’accesso a certe tecnologie e allo sviluppo, non sono per nulla contrario. Sono contrario a un sistema su due livelli». Per la serie, ci si può fare furbi e lavorare sulla base di quanto consente già il regolamento e Todt porta l’esempio del team Haas, a “far la spesa” in Ferrari per tutti i componenti che le norme consentono al team di acquistare. Fabiano Polimeni

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