F1, Dennis: difficoltà inattese

F1, Dennis: difficoltà inattese
Parla della crisi McLaren e critica profondamente lo Strategy Group che propone idee sbagliate

02.07.2015 ( Aggiornata il 02.07.2015 12:59 )

Quale sia il (non) stato di forma delle McLaren è evidente da tempo, inutile infierire sulle difficoltà enormi incontrate dalla Honda nella realizzazione di una power unit anzitutto affidabile, dopodiché capace di assicurare prestazioni allineate ai competitors. Più interessante è, invece, ascoltare le dichiarazioni di Ron Dennis al The Independent. Non è certo il tipo che ammette fallimenti o errori, tale è l’ego del personaggio, così fa notizia leggere delle parziali ammissioni di “colpa” sulla stagione in corso, la sua preparazione e la sfida delle power unit per Honda. «Il nostro impegno resta focalizzato sulla vittoria del campionato, il che richiede una concentrazione chirurgica su ogni aspetto della monoposto, tutto deve rappresentare il meglio del meglio. Né Honda né noi stessi ci aspettavamo una sfida così difficile, ma loro sono partiti dal foglio bianco, non solo sul motore ma anche sulle strutture di ricerca e sviluppo, del tutto nuove», spiega. Boullier ha recentemente ammonito come serva un deciso cambio di passo, perché se è vero che il 2015 è stagione di test, buona per preparare il 2016, i problemi che continuamente bersagliano le due MP4-30 dovranno finire al più presto, per non compromettere anche il campionato in cui, evidentemente, non sarà più permesso nessun passo falso. Sul momento attuale, la McLaren fanalino di coda nel Costruttori, Dennis non si dice troppo sorpreso, «sorprende tutti tranne me, perché è una situazione già vista prima. Abbiamo fatto progressi costanti e misurabili, ogni passo fatto ci ha portato avanti come previsto dal team e abbiamo correlazioni molto buone tra i calcoli in fabbrica e riscontri in pista, è promettente». Una punta di presunzione da parte di Dennis emerge anche nell’intervista al tabloid britannico, non sarebbe altrimenti il Ron che conosciamo: «Sappiamo si tratta di una grande sfida, ma stiamo facendo progressi. Honda ha costruito così tanti motori nel corso degli anni che so per certo avremo uno dei migliori, se non il miglior motore. Purtroppo questi powertrain ibridi, con i sistemi di recupero dell’energia, sono molto, molto complessi e non importa chi ci sia al volante: serve tempo per padroneggiare la tecnologia». Non manca nemmeno la frecciata diretta allo Strategy Group, in particolare pensando agli investimenti che McLaren realizzerà in futuro, calcolati in 50 milioni di dollari: «Sono shockato dalle discussioni interne allo Strategy Group, specialmente quando ci apprestiamo a investire tutti questi soldi. Quando questo comitato decide cosa posso e non posso avere, è qualcosa sulla quale sono estremamente critico, come qualunque norma o regolamento che intacchi la mia capacità di utilizzare le risorse della società per renderci più competitivi. Con 17 campionati del mondo penso di capire cosa sia necessario fare. Quando participi ad alcuni di questi incontri dello Strategy Group c’è una straordinaria mancanza di esperienza da parte di alcuni team. Portano avanti cose che ho sperimentato non funzionare non una volta sola, ma sono state provate e hanno fallito per sette diverse occasioni. Tutto quel che puoi fare è gridare la tua idea al momento e nelle sedi opportune». Fabiano Polimeni

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