Ferrari progressi a rilento? L'analisi

Ferrari progressi a rilento? L'analisi
Da Autosprint in edicola l'estratto di una inchiesta che fa luce sui motivi del mancato incremento di prestazioni

13.07.2015 ( Aggiornata il 13.07.2015 20:41 )

È crisi vera o una coincidenza di fattori negativi? Parliamo di Ferrari, e più precisamente della SF15-T in versione estiva vista due settimane a nel Gran Premio di Gran Bretagna. È un’analisi complessa quella che serve per far luce sul momento tecnico della Ferrari. Nel post-Silverstone si è parlato del ritorno del “gambero rosso”, definizione che nelle ultime stagioni era stata coniata per battezzare una Ferrari che vedeva la sua performance diminuire (rispetto agli avversari) con il progressivo svolgimento del campionato. I riscontri delle ultime gare potrebbero portare a questa valutazione, perché a partire dal successo malese della scorsa primavera sono arrivati una raffica di quattro podi consecutivi e poi un calando di risultati (Canada e Austria) e di performance (Gran Bretagna) che potrebbero far pensare al classico passo avanti seguito da due indietro. Ma sarebbe un’analisi sommaria, perché i problemi a Maranello ci sono (i primi a saperlo sono proprio i tecnici Ferrari) ma non si tratta di uno sbandamento legato ad un sistema che non funziona più. Dopo la gara britannica si è parlato di crisi sulle curve veloci, di una vettura giunta al limite del suo sviluppo, ed anche di una power unit inferiore alle aspettative (alte) della vigilia di stagione. Non è da escludere che tutte queste motivazioni abbiano contribuito a rendere la performance di Vettel e Raikkonen meno brillante, ma c’è soprattutto un motivo che ha condizionato la velocità della SF15-T e a Maranello lo conoscono bene: il brutto matrimonio tra la Ferrari e la gomma Pirelli “Hard”. La mescola dura è stata finora utilizzata in tre gare: Malesia, Barcellona e Gran Bretagna. Nel primo caso le corsa (condizionata nelle fasi iniziali dall’ingresso in pista della Safety-Car) ha permesso a Vettel di montare le “Hard” solo nell’ultimo stint, ma in generale sono state la strategia ben riuscita, e soprattutto le alte temperatura ambientali, a nascondere il problema e a permettere addirittura a Vettel di cogliere la vittoria. Qui a seguire una tabella esplicativa, una delle tabelle contenute nell'articolo, che mostrano a parità di condizioni il divario fra la Ferrari di Vettel e la Mercedes più veloce in due Gran Premi diversi dove si usavano combinazioni diverse di gomme: soft e medie, oppure medie e dure.   tabella gara Come si vede, il divario sul miglior tempo di ciascuno stint con le mescola più morbide (soft o medie) è più contenuto (da 287 a 810 millesimi) rispetto a quello rilevato con le gomme dure che è superiore al secondo e mezzo (1"628). Se la Mercedes nel caldo fa molta fatica a mantenere il suo status di vettura imbattibile, la Ferrari trova il suo habitat naturale con il salire della colonnina di mercurio, un aspetto confermato anche dalla gara in Bahrain, dove nonostante la corsa in notturna il ritmo di gara di Raikkonen è stato molto competitivo... (continua) Roberto Chinchero L'articolo completo è su Autosprint n.28 in edicola da martedi 14 luglio AS_001_Copertina-28  

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