Ecclestone (ri)mette in discussione Monza

Ecclestone (ri)mette in discussione Monza
Il boss della F1 dice: “Aumentano le chances di non trovare un accordo per il GP"

22.08.2015 ( Aggiornata il 22.08.2015 10:52 )

Nuova uscita anti-Monza di Bernie Ecclestone. Stavolta con dichiarazioni concesse al sito inglese autosport.com. Conversando con un giornalista della rivista online, Ecclestone ha fatto capire che ci sono parecchie chances che Monza perda il Gp Formula 1. “Incontrerò gli organizzatori di Monza a settembre e in quell’occasione ne saprò di più - ha detto - spero di non perdere Monza, ma temo ci siano buone chances che ciò succeda”. Com’è noto, il contratto che dà diritto a Monza di ospitare il Gp d’Italia vale ancora per il 2015 e 2016. Poi dopo quella data andrà sottoscritto un nuovo accordo. Le due parti vorrebbero in realtà il rinnovo, ma sono i soldi a dividerli: Bernie ha alzato il prezzo e vuole che Monza versi alla Fom (l’organizzazione della F1) gli stessi soldi - fra i 20 e i 25 milioni - degli altri circuiti europei per avere la F1, invece che una dozzina come fino ad oggi faceva Monza, in qualità di un vecchio contratto privilegiato ma in scadenza. Nel frattempo Ecclestone sta imponendo restrizioni sempre maggiori agli organizzatori di Monza: da quest’anno la pista si è vista drasticamente ridurre e quasi azzerare gli spazi hospitality per gli ospiti locali che Monza affittava anche ad aziende italiane, spazi che sono stati requisiti da Ecclestone per il suo Paddock Club, le salette per gli ospiti Vip che pagano una cifra salata per comprarle direttamente dalla Fom. Monza si è vista così privata di una entrata extra dopo che anche la pubblicità da alcuni anni viene gestita direttamente dalla organizzazione inglese di Ecclestone. Minori entrate commerciali per Monza, che ormai ha dalla sua soltanto il ricavo della vendita dei biglietti al pubblico, vuol dire ridurre il giro d’affari che innesca il Gp. È chiaro che il capo della F1 sta stringendo la cinghia attorno all’autodromo per indurre gli organizzatori ad accettare un contratto più oneroso. È la tattica che Ecclestone ha sempre praticato con i circuiti quando si trattava di rinegoziare gli accordi per il futuro. Il boss della F1 è risoluto a non ribassare la richiesta contrattuale iniziale. “Non pretendo che Monza paghi più degli altri, ma la stessa cifra”, ha concluso. Vero è però che questo comportamento è la tipica trattativa di Ecclestone che, da grande commerciante, sa come tirare la corda per spaventare la controparte e ottenere l'obiettivo. In passato Ecclestone ha spesso usato la tattica di mettere un circuito alternativo in concorrenza con la pista oggetto della trattativa per “ammorbidire" la resistenza della controparte (vedi quel che ha fatto con Donington contro Silverstone, Hockenheim contro Nurburgring, Valencia contro Barcellona, ecc). Ma nel caso di Monza non esiste un circuito alternativo perché Imola è fuori gioco e il Mugello appartiene alla Ferrari che per ora non vuole spingere sul progetto di ospitare la F1. Perciò l’unica tattica possibile per Ecclestone è quella di non cedere sul prezzo. E probabilmente queste voci negative Bernie le amplifica ad arte per innervosire Monza e costringerla a scendere a patti. Ma quella di Ecclestone è una partita a poker delicata perché lui per primo sa che il valore del campionato F1 che offre a sponsor e Tv è più elevato se è basato sui circuiti “storici” della F1. E d è ben conscio che screditerebbe il mondiale F1 e il suo stesso business se tirando troppo la corda finisse per perdere la più storica pista della F1, l’unica che dal 1950 ad oggi ha sempre ospitato un Gran Premio F1 (eccetto una sola volta nel 1980). Alberto Sabbatini

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