Interviste ritrovate: Kimi Raikkonen

Interviste ritrovate: Kimi Raikkonen
"Freddo" come sempre, ecco come il finlandese rispondeva a inizio stagione 2004, quella successiva al titolo perso su Schumacher

24.08.2015 ( Aggiornata il 24.08.2015 12:47 )

Formula One World ChampionshipCon la dichiarazione Ferrari del rinnovo contrattuale per il 2016, Kimi Raikkonen ha dilazionato il suo ingresso nel cosiddetto viale del tramonto. O, quantomeno, nel suo caso questo viale appare piuttosto lungo e ben illuminato… Questo quando ormai, con l'attuale, sono 15 le stagioni corse in Formula Uno per il finlandese: debuttò nel 2001 con la Sauber e ha passato abbondantemente i 200 GP disputati. Formula One World ChampionshipUna carriera che raggiunse il vertice nel 2007 con il titolo vinto alla prima stagione in Ferrari e sulla quale lui potrebbe raccontare parecchio, guardandosi un attimo indietro, se non fosse che il finlandese a certi "romanticismi" non è avvezzo. Lo facciamo noi per lui, andando a riprendere una "intervista ritrovata" - fra quelle presenti nel nostro Speciale Autosprint in edicola - pubblicata a inizio 2004, quando si apprestava a partire una stagione in cui con la McLaren MP4-19 c'erano diversi dubbi legati alla motorizzazione rinnovata: in quel caso era Mercedes, ma è facile trovare assonanze con l'attualità, vero? Formula One TestingIn ogni caso, i problemi di affidabilità in quel periodo furono decisivi, ma quel che conta parlando del pilota è che, a prescindere se la situazione fosse positiva o negativa, aveva già ben marcati certi tratti di carattere e rapporti con gli altri che gli hanno guadagnato il soprannome di Iceman. In poche parole, avevi sempre bisogno di un cavatappi per estrargli dichiarazioni più corpose di qualche monosillabo. E comunque non sempre si trattava di affermazioni che potevano scatenare entusiasmo, come possiamo rileggere proprio da quella intervista. Formula One World ChampionshipCome per esempio quando gli si chiede come valutasse la stagione dell'anno prima, in cui aveva conteso il titolo a Michael Schumacher. «Sono arrivato secondo e Michael ha vinto. Non c'è molto altro da dire - dichiara appunto Kimi, che tuttavia prosegue - Magari sono rimasto un po' deluso, perché eravamo sempre in condizione di farcela… O magari non proprio sempre, perché a metà stagione abbiamo avuto qualche momento difficile, ma ci siamo ripresi molto bene. No, tutto sommato è stata una stagione buona, non un anno deludente». Formula One World ChampionshipCerto la sua "impermeabilità" gli permette di affrontare con una certa ineluttabilità i momenti meno favorevoli, come quando gli si chiede se rimpiangesse la gara del Nürburgring, in cui si ritirò col motore in fumo mentre dominava. «Sì, ma che vuoi farci? Le corse sono così, queste cose succedono». Anche in situazioni di pericolo Raikkonen non si scompone più di tanto, come quando gli si ricorda la perdita dell'ala posteriore, un paio d'anni prima a Barcellona. Paura? «Boh, più che altro ero scocciato perché la gara era iniziata bene, e finirla così dopo quattro giri mi seccava». Formula One World ChampionshipMa è parlando degli altri piloti, che con Raikkonen sembra di incocciare in un muro. Come sul rapporto con Juan-Pablo Montoja fuori pista: «Niente, davvero. Gli ho parlato qualche volta, ma come con tutti gli altri piloti». E quali sono i colleghi che rispetti di più? «Io rispetto tutti allo stesso modo. Magari un pilota va più forte perché ha una vettura migliore. Ci sono quelli che è più difficile sorpassare, questo sì. Michael è uno di questi…». Ecco, avresti una soddisfazione particolare a battere Schumacher? «Sarebbe bello, ma non più bello che con qualsiasi altro pilota. La cosa importante è cercare di vincere il titolo mondiale, non far sì che la gente pensi che sei migliore solo perché hai battuto qualcuno». Formula One World ChampionshipDove Kimi si sbottona di più, è quando gli si chiede se accetterebbe un ruolo da "secondo pilota designato" come era in quel momento per Rubens Barrichello: «Non penso proprio. Cioè, se hai avuto una stagione veramente cattiva, se ti trovi cinquanta punti indietro rispetto al tuo compagno di squadra, allora può anche andare bene che il team ti chieda di aiutarlo. Però quelle situazioni in cui, anno dopo anno, sei un numero due designato, che deve aiutare l'altro e basta, che sia alla prima gara o all'ultima, quelle no, non mi vanno bene. Non ha senso nemmeno provarci, se sai che tanto non sei autorizzato a vincere». Queste e numerose altre dichiarazioni di Kimi Raikkonen nel 2004 le potete leggere sullo Speciale Autosprint, in edicola per l'ultimo giorno con le "interviste ritrovate" come quelle di Gilles Villeneuve, Nigel Mansell, James Hunt, Niki Lauda e Clay Regazzoni. immagine-as-32-33 Formula One World Championship Formula One World Championship Formula One World Championship Formula One World Championship Formula One Testing Formula One Testing Formula One World Championship Formula One World Championship Formula One World Championship Formula One World Championship Formula One Testing

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