GP Monza, Kvyat e il fascino della Parabolica

GP Monza, Kvyat e il fascino della Parabolica
La via di fuga in asfalto non piace al russo, mentre Ricciardo spiega l’importanza dell’efficacia in frenata

28.08.2015 ( Aggiornata il 28.08.2015 14:53 )

Nessun’altra come lei, nel mondiale. C’era Hockenheim, quella vecchia, l’anello nel bosco, poi Monza è rimasta sola. L’unico tempio della velocità esercita un fascino enorme sui piloti, anche se le modifiche più recenti c’è chi non le digerisce del tutto, come Daniil Kvyat, reduce da un risultato di sostanza a Spa Francorchamps, difficilmente replicabile tra una settimana. «E’ la mia pista preferita, ogni curva ti dà la sensazione di fare qualcosa di speciale, dalla prima alla seconda di Lesmo, fino alla Ascari. Sfortunatamente hanno modificato un po’ la Parabolica e gli interventi fanno la differenza, non è più la stessa esperienza del passato», commenta. Il “problema” è comune a tanti tratti di altri circuiti con le vie di fuga asfaltate: «Devi ancora spingere a fondo e richiede molta tecnica, il punto è che se anche fai un errore, vieni perdonato, non è più la stessa cosa». In Red Bull Christian Horner ha anticipato la decisione di sostituire le due power unit su un circuito dai sorpassi relativamente “facili”, ma soprattutto per approfittare al meglio delle opportunità che si presenteranno a Singapore, quella sì, pista favorevole alla RB11. parabolica1 Per un Kvyat che tocca il tema Parabolica, c’è un Ricciardo attento ad analizza il giro nel suo complesso e le caratteristiche d’assetto della monoposto: «Ci sono molti rettilinei sui quali poter prendere fiato, anche se può diventare un problema, non essendo una pista sulla quale puoi permetterti di perdere concentrazione. Si arriva in staccata a velocità molto elevate e non devi bloccare o frenare troppo in anticipo, devi essere molto concentrato». Velocità massima, motricità in uscita dalle varianti ed efficacia in frenata sono tra i punti topici di Monza: «Da quanto hanno reso i cordoli troppo alti per le monoposto, la frenata è l’aspetto principale a Monza, è molto complesso affrontarla nel modo giusto. Arrivi alla prima chicane alla velocità più elevata di tutto l’anno e vai a frenare per la curva tra le più strette del mondiale con il minimo carico aerodinamico: la macchina inizia a scivolare perciò la giusta staccata è la chiave del giro». Fabiano Polimeni

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