«Abbiamo finalizzato le indagini relative alla delaminazione dello pneumatico di Sebastian Vettel a Spa. Le conclusioni dettagliate dell’analisi tecnica verranno rese note a Monza». Paul Hembery annuncia quello che, con ogni probabilità, è destinato a essere il tema che terrà ancora banco nel week end del
Gran Premio d’Italia. Risultanze che non potranno comunque distogliere l’attenzione dalla sfida tecnica che l’Autodromo propone. E’
circuito critico per i carichi verticali che vengono scaricati sulle gomme, messe a dura prova nelle
quattro importanti frenate che contraddistinguono il circuito.
Frenate, ripartenze e salti sui cordoli: nella scala
Pirelli,
Monza viene catalogata al vertice per lo
stress sulle coperture, mentre l’abrasività dell’asfalto si colloca su valori medi, a fronte di un’aderenza relativamente bassa. Il
carico aerodinamico minimo, necessario per staccare punte velocistiche attese intorno ai 360 km/h, diventa una
criticità per la stabilità della monoposto in frenata, al pari dei frangenti di richiesta di
massima trazione. Sarà cruciale
gestire al meglio le Pirelli morbide e medie, per evitare pattinamenti che innescherebbero un ulteriore picco termico sulla superficie della gomma.
Nonostante si sia passati a una
scelta di compound più morbida, rispetto all’abbinata medie-dure dell’anno scorso, è verosimile immaginare che i team punteranno a effettuare comunque
una sola sosta –
Hamilton si fermò al 25mo giro nel 2014, passando dalle medie alle dure e impiegandole per uno stint di 28 tornate – visto il tempo che si perde nel transitare in corsia box. Il delta di prestazione si annuncia tra gli 8 decimi e il secondo, dicono le previsioni.
Altre previsioni, quelle meteo, oggi (lunedì; ndr) prevedono che potrebbe piovere tra venerdì sera e sabato mattina, mentre in vista della gara si attendono temperature ambientali intorno ai 23° C. Se dovesse effettivamente arrivare la pioggia, la pista potrebbe soffrire di una gommatura inferiore alle attese in qualifica e con nuovi scenari alla domenica. L’ultima edizione fu caratterizzata da un asfalto caldo, tra i 37 e i 45 °C.
«Monza è sempre uno dei punti salienti della nostra stagione, con una storia e un’atmosfera incredibili. Qui abbiamo deciso di portare mescole medium e soft; una scelta più “morbida” rispetto a quella dello scorso anno, che ben si adatta alle velocità di questa pista», aggiunge
Hembery.
«Ci aspettiamo un livello contenuto di usura e degrado. In termini di ritmo di gara, le due mescole sono abbastanza vicine, per questo il lavoro del venerdì, durante le prove libere, sarà importante ai fini della strategia.
Le vetture corrono con un basso carico aerodinamico che di fatto aumenta il lavoro per le gomme, soprattutto in accelerazione e frenata, poiché con meno forza di spinta verso il basso sono gli pneumatici a dover fornire gran parte del grip meccanico. Se a questo si aggiungono i cordoli, colpiti ad alte velocità, si comprende l’elevato livello di sfida che dovranno affrontare le nostre coperture».
Fabiano Polimeni