F1: pressioni gomme, Wolff e le procedure

F1: pressioni gomme, Wolff e le procedure
Il team principal è allineato ai commissari: serve definire uno standard. A Monza seguito quello concordato con Pirelli

7 settembre 2015

Tutto ruota intorno alle procedure e i commissari del Gran Premio d’Italia a Monza – nel documento con il quale hanno escluso ogni ulteriore provvedimento nei confronti della Mercedes dopo la nota del delegato tecnico FIA Jo Bauer - sollecitano Federazione e fornitore di pneumatici a definire linee guida precise, che evitino il ripetersi di quanto accaduto nel dopogara monzese. Toto Wolff vuole essere chiaro dopo aver incassato il verdetto favorevole degli steward: «Tutto è legato alla procedura, quando misuri la pressione della gomma. Si tratta di definire in futuro quando queste pressioni dovranno essere controllate, in modo che sia per tutti uguale. Abbiamo seguito quella stabilita insieme alla Pirelli, ovvero di tenere le gomme nelle termocoperte e verificare le pressioni insieme a loro», dichiara il team principal. Poi, la misurazione FIA successiva, con le gomme montate e le termocoperte scollegate. «Le pressioni erano tutte ampiamente al di sopra del minimo, perché la sicurezza è un fattore importante per noi. Le gomme sulla macchina, per qualsiasi ragione - forse per il loro raffreddamento - sono state trovate con una pressione diversa su una singola copertura, una discrepanza minima», prosegue Wolff. Appena 0,3 PSI sulla posteriore sinistra, valore che Lewis Hamilton – nell’attesa del verdetto dei commissari – si era affrettato a sottolineare davanti ai cronisti come non potesse influenzare in maniera decisa le prestazioni della macchina. Ed è proprio il “dubbio” che in qualche modo ci possa essere stata intenzionalità, la ricerca di un vantaggio, che Toto Wolff fermamente vuole escludere: «Abbiamo lavorato tutta la settimana dopo Spa insieme alla Pirelli per trovare delle soluzioni che rendessero le gomme sicure. Siamo stati parte attiva nel provare a guidarli verso una pressione minima per le gomme e valori di camber minimi, già adottati sulle nostre macchine a Spa. Perciò, posso escludere l’idea che abbiamo cercato di ottenere un vantaggio in un modo assolutamente non controllabile e non scientifico». Fabiano Polimeni

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