GP Singapore, tornano le Pirelli supersoft

GP Singapore, tornano le Pirelli supersoft
L’accoppiata soft-supersoft necessaria per garantire grip meccanico. Attenzione alla gestione del compound più morbido

14.09.2015 ( Aggiornata il 14.09.2015 12:44 )

Pur con un layout leggermente modificato, Marina Bay e il Gran Premio di Singapore mettono team e piloti davanti alle consuete sfide che, dal 2008 – anno dell’ingresso in calendario – a oggi hanno caratterizzato gli appuntamenti corsi in notturna. Pirelli porterà le mescole più morbide della gamma, a caccia di grip meccanico e un rapido innesco della finestra di funzionamento ideale, ma con un elevato divario prestazionale tra morbide e supermorbide, visto il valore atteso tra 1”8 e 2”2 secondi, a vantaggio delle Pirelli rosse. Lo scorso anno si privilegiò il loro utilizzo e il vincitore della gara si fermò tre volte: 15mo, 31mo e 52mo giro i pit-stop di Hamilton, limitando l’utilizzo delle soft nello stint finale. Se, da un lato, la gomma morbida assicura una costanza di rendimento più uniforme, essendo mescola high-working range che ben si sposa con le temperature elevate attese a Singapore (i valori in pista nel 2014 furono tra i 32 e 36° C, con il dettaglio di un progressivo abbassamento della temperatura durante la gara), dall’altro sconta un delta tale da portare a privilegiare una gara più veloce sulle supermorbide. La gestione del compound – in particolare Pirelli pone l’accento sul surriscaldamento – potrà regalare variabilità sul fronte strategico, in una gestione tattica che dovrà considerare anche la possibilità di ingresso della safety car, praticamente una certezza a Marina Bay. pirelli «Poiché si tratta di un circuito cittadino, abbiamo scelto i due pneumatici più morbidi e veloci della gamma, in grado di offrire il massimo grip meccanico e un rapido warm-up, che sono le due chiavi per il successo su questa pista. Per pianificare la giusta strategia, i team e i piloti devono considerare molti fattori: l’insolita evoluzione della temperatura di pista, il grande divario di prestazioni tra le due mescole, la necessità di risparmiare carburante dovendo percorrere una distanza di gara molto lunga, così come l’elevata probabilità di safety car, che sinora ha caratterizzato ogni gara di Singapore», spiega Paul Hembery. Pista da alto carico aerodinamico, ha il record di curve: ben 23, nessun’altra come lei. E lo stress fisico per i piloti è il più elevato probabilmente del campionato, se si tengono in considerazione l’umidità prossima all’80%, la lunghezza di gara sul filo delle 2 ore, un circuito che non lascia respiro e il caldo opprimente nell’abitacolo. Sul fronte tecnico, la differenza la faranno essenzialmente trazione, frenata e agilità del telaio, con pochissimi tratti nei quali tentare il sorpasso. L’asfalto si presenta con bassi livelli di aderenza e mediamente abrasivo, raggiungendo nella scala Pirelli valori rispettivamente di 1 e 3 su 5, sollecitando in particolare la gomma posteriore sinistra. «Considerate tutte queste variabili, a cui si aggiungono elementi urbani quali strisce bianche o tombini (in cui sono incappati alcuni piloti in passato), raccogliere dati il venerdì sarà ancora più importante», prosegue Hembery, svelando infine come sia in corso con la Federazione la definizione di una procedura chiara in tema di utilizzo delle gomme, sulla scorta delle indicazioni dei commissari che, a Monza, nello scagionare la Mercedes per i valori di pressione rilevati al di sotto di quelli suggeriti, ha sollecitato gommista e FIA a definire un “protocollo” chiaro per la misurazione. Fabiano Polimeni

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