F1, Magnussen corteggia il team Haas

F1, Magnussen corteggia il team Haas
Apprezzamenti pubblici del pilota danese sulla scuderia statunitense. E Gene Haas è sicuro: faremo meglio di altri debuttanti

15.09.2015 ( Aggiornata il 15.09.2015 14:12 )

Le uniche note di vivacità, in un mercato piloti 2016 finora fatto di conferme, sembrano destinate arrivare dal team Haas. Nei giorni scorsi il team americano ha annunciato che uno dei due test driver Ferrari farà parte della formazione al debutto nel mondiale il prossimo anno, adesso arrivano le parole di Kevin Magnussen, entusiasta all’idea di poter avere un sedile in Haas. Fa parte dell’elenco di nomi in mano a Gunther Steiner e Gene Haas, il danese “in panchina” alla McLaren. «Non dirò con quale team sono in contatto, tutto quel che posso dire è questo: si è scritto a lungo del fatto che sia tra i piloti tenuti in considerazione da Haas e Gene lo ha confermato di recente. Credo che lui e Gunther Steiner siano entrambi molto intelligenti e il modo in cui si stanno preparando il lancio del team è innovativo. Quindi, sì, se non ci sarà un sedile disponibile in McLaren, allora ovviamente sarei felicissimo di correre per Haas», spiega ad Autosport. Se non si può parlare di autocandidatura, certamente sono parole che danno una spinta alle proprie azioni, quantomeno palesando un entusiasmo pubblico. In McLaren la situazione per il pilota danese appare complessa perché si possa aprire uno scenario positivo nel 2016, inteso come un sedile da titolare. E’ il pilota giusto per un team debuttante? Prova a convincerli Kevin: «Avendo trascorso sei anni in McLaren, imparando da alcuni tra i migliori piloti e ingegneri del Circus e per l’opportunità unica che ho avuto quest’anno di migliorare il mio bagaglio tecnico, credo di essere nella posizione giusta per ricoprire un ruolo di guida e poter aiutare la sistemazione di una nuova squadra». Sul fronte Haas, intanto, si registrano le parole di Gunther Steiner e di Gene Haas. Il primo conferma che la monoposto sarà pronta per scendere in pista a marzo, già nella prima sessione di test invernali, il secondo, invece, ribadisce la complessità di strutturare una squadra per il debutto in Formula 1: «Tutto ha richiesto molto tempo, non è possibile - come pensano in tanti – andare a fare scorta di pezzi e mettere in piedi un team in pochi mesi. Tutto dev’essere acquistato e poi ingegnerizzato e richiede un’enormità di tempo. Fasi più lunghe di quanto ci aspettassimo, ma adesso che abbiamo avuto più tempo a disposizione, probabilmente ci presenteremo in uno stato di forma migliore di altri team debuttanti», ha dichiarato a Motorsport.com. Fabiano Polimeni

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