F1, Alonso e le comunicazioni radio private

F1, Alonso e le comunicazioni radio private
Lo sfogo sulla scarsa competitività del motore Honda fa il giro del mondo e il pilota accusa: “Team radio dovrebbero essere privati”

28.09.2015 ( Aggiornata il 28.09.2015 13:02 )

Quattro tweet, per dire: a Suzuka abbiamo ottenuto il terzo miglior risultato stagionale; le comunicazioni radio tra pilota e team dovrebbero restare private; finirò la mia carriera qui dove sono, fra tre anni; la Russia ci aspetta. Tutti firmati Fernando Alonso, finito sotto i riflettori dei media non certo per un risultato sensazionale a Suzuka, quanto per lo sfogo trasmesso in tv successivamente al sorpasso di Verstappen: «GP2 engine. GP2», l’accusa alla power unit Honda. Non una gran pubblicità per il colosso nipponico, alle prese con una stagione disastrosa e le sfide tecniche della Formula 1 ibrida ancora tutte da vincere. Il tema centrale torna a essere l’utilizzo che si fa delle comunicazioni radio, sfruttando a beneficio del pubblico quelle che più possono creare polveroni mediatici, con un particolare: sono comunicazioni inserite in un contesto di massima adrenalina e competizione. Corretto sfruttarle per montare dei casi? Non è la prima volta che si verifica e, con ogni probabilità, non sarà l’ultima. In passato, sempre in casa McLaren, andarono in onda le schermaglie via radio tra Button, il muretto e Sergio Perez, all’epoca compagno di scuderia dell’inglese, che disse (era il 2013): «Il problema con la radio è che il mio messaggio non è rivolto al pubblico, ma al team. In qualche modo è un peccato che le emittenti tv scelgano le comunicazioni che vogliono, perché le interpretano nel modo sbagliato. Ero ovviamente arrabbiato, ma una rabbia che era destinata a restare dentro al team, perché con loro comunicavo via radio, non con le tv». La visione di Alonso sul punto è apparsa sulla stessa lunghezza d’onda ieri: «Quando lottiamo in gruppo, tutti vogliamo vincere, è dura e a volte trasmettono le comunicazioni radio (la produzione dei gran premi è affidata alla FOM di Ecclestone, non alle singole emittenti; ndr), ma dovrebbero restare colloqui privati». Davanti alle speculazioni di una volontà di cambiare aria, lo spagnolo ha chiarito: «Nessuno deve dubitare del mio impegno per 3 anni con la McLaren e che la carriera finirà con questo team, speriamo vincendo tutto». Non è mancata anche la visione di Ron Dennis sull’accaduto, che nel dopogara di Suzuka commentava: «Non ci passerò sopra, perché sono cose che non mettono in evidenza la professionalità che vorrei da parte di tutti i nostri piloti», dall’altra riconosceva che «si trova in macchina, è frustrato e ovviamente lo ha esposto ai tecnici. Forse non è stato un modo particolarmente costruttivo di comunicare con la Honda, per me andrebbe fatto con i canali appropriati, attraverso Eric Boullier o, in certi casi, me». Per la serie “i panni sporchi si lavano in casa”, Dennis ha aggiunto che qualunque decisione prenderà o abbia deciso di prendere relativamente al team radio, resterà dentro alla scuderia, evitando ulteriori esposizioni mediatiche. Sul fronte Honda, è Arai a commentare il momento e le sue parole sono riportate dalla stampa spagnola, da El Pais. «E’ compito del team non creare certe situazioni, cerchiamo come squadra di fare tutto il possibile per restare uniti e non creare divisioni. Honda è sempre stata sincera, abbiamo spiegato dove ci troviamo e cosa serve per migliorare, ma non è stato fatto come team e sarebbe stato meglio dirlo a tutti», dice tornando con la mente al week end di Monza, quando venne messo sotto il fuoco di fila della stampa: «Mi è stato fatto un terzo grado», aggiunge. Più volte Alonso ha ribadito che la stagione 2015 è da considerare una lunga sessione di test invernali, Arai spiega – quando gli chiedono se non sarebbe stato meglio posticipare il debutto e lavorare dietro le quinte -: «sapevamo sarebbe stato molto difficile, ma al tempo stesso essere in griglia quest’anno ci ha permesso di imparare molte cose. Non tutte le responsabilità sono del motore, anche in termini telaistici il progetto sta soffrendo parecchio». Fabiano Polimeni

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