Vettel: in Ferrari clima familiare

Vettel: in Ferrari clima familiare
Il rapporto con Raikkonen, le vicissitudini Red Bull e il carattere diverso da Hamilton: Seb a tutto campo

16.10.2015 ( Aggiornata il 16.10.2015 14:03 )

Non potrebbero essere più diversi, Hamilton e Vettel. Lo stile, gli interessi, il modo di proporsi ne fanno due campionissimi accomunati solo dalla velocità che riescono a esprimere in pista. C’è una visione agli antipodi di come interpretare il loro ruolo di personaggi pubblici, sportivi: star da palcoscenico l’inglese, profilo riservato il tedesco. «Ognuno deve fare le proprie scelte, mi considero uno sportivo e non qualcos’altro. E’ bello, quando sei in griglia, guardare le tribune e vedere i tifosi e tra le loro bandiere quella di Vettel, con il tuo numero. Sono cose fantastiche, ma sono al tempo stesso una persona con la sua vita privata e voglio che venga rispettata», spiega in un’intervista a Formula1.com. Hamilton frequenta il jet-set e ha già un’idea degli interessi che vorrebbe coltivare nella vita oltre la Formula 1? Anche per Seb esiste la necessità di trovare una dimensione che, una volta smesso di correre, riempia il vuoto: «Ho uno stile di vita diverso. Al momento sono contento di quel che faccio e non ho pensato troppo a cosa farò dopo la Formula 1. Certo tra 10 anni non sarò ancora qui e avrò trovato qualcosa. E’ importante che sia qualcosa di reale, il rischio è che ti annoi molto rapidamente e rovini la tua vita. La Formula 1 è così intensa, immagina di tagliare i ponti da un giorno all’altro: sì, è necessario che ci sia qualcosa a riempire il vuoto, altrimenti puoi intristirti». Prospettive future a parte, c’è un presente da analizzare e un parziale bilancio da fare, pur con quattro gare ancora al termine e obiettivi da portare a termine, il secondo posto nel mondiale Piloti su tutti. Tema caldo del presente, componente chiave del suo passato, la Red Bull: «Nessuno poteva immaginare la situazione attuale. Ci sono tanti rumors e non ho parlato recentemente con Mateschitz, ma è difficile credere che possano davvero abbandonare la Formula 1. Sarebbe una perdita enorme, alla fine dubito accadrà, è quel che penso e non credo d’essere l’unico». Dal 2014 delle difficoltà a un 2015 che si prospettava ricco di incognite e, invece, ha restituito competitività e soddisfazioni. Gli fanno notare come sia emerso un Vettel “diverso” da quello che si era abituati a conoscere nel periodo Red Bull, molto più comunicativo e aperto. Merito dell’ambiente, non c’è dubbio: Maranello non è Milton Keynes. «Ogni team ha un DNA unico, qui c’è un’atmosfera molto più familiare, gli italiani hanno qualcosa di speciale, in definitiva: mi piace! Sono molto contento di come sono andate le cose, certo quando sono arrivato in Ferrari non c’era niente di garantito sul piano dei risultati, ma è bello sapere che siamo andati oltre ogni aspettativa, probabilmente incluse le mie». Il clima sereno all’interno del team è stato il fattore che più ha colpito del nuovo corso Ferrari e inciso favorevolmente. Un rapporto con Raikkonen di reciproco rispetto, confermato dopo Sochi dalle parole di Kimi, disponibile se fosse necessario ad aiutare il compagno di scuderia: «E’ una bell’accoppiata, Kimi è tranquillo per tanti versi, poi c’è quella parte del carattere che deriva dalla tua formazione e le tue origini. Forse gli spagnoli sono un po’ più caldi, i finlandesi freddi e i tedeschi in mezzo. Alla fine credo che sia una questione di background personale, io e Kimi siamo contenti con il team e viceversa, è questo a rendere il mix vincente». Non cade, infine, nel tranello di fare confronti impossibili con il 2014 e le differenze tra il team attuale e la squadra che nei cinque anni precedenti ha lavorato con Fernando: «Non c’ero quando Fernando faceva parte del team, come posso fare dei confronti? Sono avvenuti tanti cambiamenti a più livelli, c’è un nuovo presidente, un nuovo team principal. Il fatto di aver avuto in fretta buoni risultati, essere saliti presto sul podio, ha aiutato molto nella spinta in alto del progetto Ferrari. Abbiamo un’atmosfera fantastica adesso, come fosse l’anno scorso non ho idea, non c’ero!» Fabiano Polimeni

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