F1, ipotesi Honda per Red Bull

F1, ipotesi Honda per Red Bull
Spunta una alternativa al ritorno con Renault: i giapponesi in cerca di un aiuto sull'elettrico. I retroscena sulla rottura con Mercedes

21.10.2015 ( Aggiornata il 21.10.2015 14:27 )

Da Autosprint n.42 in edicola

Non c’è più soltanto la Renault nel futuro della Red Bull ma a sorpresa salta fuori la Honda. L’ultima spiaggia, assieme ai francesi, per avere un propulsore per le proprie monoposto nel 2016. È dalla Germania che provengono le voci sulla vera storia per cui la Red Bull è stata messa all’angolo ed emarginata da Mercedes nella scelta del propulsore 2016. E sulle difficili prospettive che ha davanti il team anglo-austriaco. Ma andiamo con ordine. La vicenda inizia la scorsa estate, quando Audi aveva quasi preso la decisione di entrare in F.1 dal 2018 “motorizzando” la Red Bull F.1, se non addirittura entrando in partnership nelle proprietà. A favorire la scelta verso la F.1 l’uscita di scena dal ruolo di comando del grande vecchio, Ferdinand Piech azionista del gruppo VW e da sempre ostile alla F.1 per vecchie rivalità con Ecclestone. Senza più Piech, Audi aveva deciso di lanciarsi nella grande avventura. Un incontro segreto fra il Ceo di Audi Rupert Stadler ed Ecclestone aveva suggellato il patto. Ecclestone aveva bisogno di un quarto grande motorista e aveva detto sì a tutte le richieste di Audi. Compresa quella di posticipare l’ingresso al 2018 per preparare bene un motore e non rischiare la figuraccia di Honda. Ma a quel punto la Red Bull, che aveva già tirato la corda con Renault fidando nell’arrivo di Audi, si era trovata scoperta nella motorizzazione per due anni. Così senza svelare le proprie reali intenzioni, aveva chiesto una fornitura a Mercedes. Zetsche, presidente del marchio di Stoccarda aveva accettato. Ma poi Toto Wolff e Lauda hanno scoperto che il motore Mercedes sarebbe stato soltanto un riempitivo temporaneo per Red Bull in attesa dell’arrivo di Audi. E hanno spifferato i veri progetti di Red Bull a Zetsche, il quale non ci ha pensato un attimo a far saltare l’accordo a inizio settembre. Subito dopo è scoppiato il diesel-gate e Audi ha rimesso in discussione il piano F.1 già avviato, sia perché la priorità ora per i tedeschi non sono più le corse ma l’immagine dle marchio, sia perché dopo le dimissioni di Winterkorn ha ripreso potere il vecchio nemico della F.1: Piech. Così Red Bull si è trovata con le spalle al muro, ha incassato il no della Ferrari e deve cercare di ricucire con Renault. Ma in questi giorni ha avviato anche una trattativa con l’ultimo motorista rimasto: Honda. Approfittando dei dissapori fra i giapponesi e la McLaren. Il V6 giapponese, a dispetto da quel che sembra, è potente nella parte termica, al livello dei migliori, ma debolissimo in quella elettrica. Soffre in maniera amplificata degli stessi difetti che aveva il V6 Ferrari l’anno scorso: non recupera potenza a sufficienza dalla Mgu-H e non è in grado di erogarla per molto tempo. Un gap che arriva ad oltre 100 cv, a seconda delle condizioni di utilizzo. Così Red Bull avrebbe offerto alla Honda il proprio know-how in fatto di tecnologia ibrida e sulle batterie visto che in fondo loro hanno collaborato con Renault proprio per sviluppare questi aspetti. Ovviamente in cambio della fornitura del motore per i prossimi anni. McLaren è fortemente contraria ma non può opporsi visto che Honda finanzia pesantemente il team McLaren F.1. Le prossime settimane diranno se Red Bull si indirizzerà verso il noto (Renault) o verso l’ignoto (Honda). Comunque sia l’aspetta una stagione difficile. Alberto Sabbatini Non perdetevi Autosprin n.42 in edicola da martedì.

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